Mattarella a cinque anni dalla morte di Giulio Regeni: «L’Egitto dia risposte adeguate: quel crimine non resti impunito»
«L’azione della Procura della Repubblica di Roma, tra molte difficoltà, ha portato a conclusione indagini che hanno individuato un quadro di gravi responsabilità, che, presto, saranno sottoposte al vaglio di un processo, per le conseguenti sanzioni ai colpevoli». A cinque anni dalla morte di Giulio Regeni, e nella giornata dedicata al ricercatore italiano, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda i passi avanti fatti dalla Procura di Roma nelle indagini sull’omicidio dello studente. In particolare, Mattarella si rivolge al Cairo con cui i rapporti – almeno sul caso Regeni – continuano a rimanere tesi: «Ci attendiamo piena e adeguata risposta da parte delle autorità egiziane, sollecitate a questo fine, senza sosta, dalla nostra diplomazia».
Parlando delle torture, e del modo in cui Regeni è stato barbaramente ucciso, Mattarella ricorda l’impegno del ricercatore e di come «nel completare il percorso di studi, ha visto crudelmente strappati i propri progetti di vita con una tale ferocia da infliggere una ferita assai profonda nell’animo di tutti gli italiani». Un giorno, quello del 25 gennaio, che per Mattarella è dedicato alla memoria: «Desidero anzitutto rinnovare sentimenti di vicinanza e solidarietà ai genitori di Giulio Regeni, che nel dolore più straziante sono stati capaci in questi anni di riversare ogni energia per ottenere la verità, per chiedere che vengano ricostruite le responsabilità e affermare così quel principio di giustizia che costituisce principio fondamentale di ogni convivenza umana e diritto inalienabile di ogni persona».
Guardando ai responsabili individuati dalla Procura di Roma, il presidente della Repubblica rinnova l’auspicio «di un impegno comune e convergente per giungere alla verità e assicurare alla giustizia chi si è macchiato di un crimine che ha giustamente sollecitato attenzione e solidarietà da parte dell’Unione Europea. Si tratta di un impegno responsabile, unanimemente atteso dai familiari, dalle istituzioni della Repubblica, dalla intera opinione pubblica europea».
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