L’Italia alle Olimpiadi senza bandiera: il Coni conferma le indiscrezioni, pronta la sospensione per il nostro Paese
La data fissata è quella del 27 gennaio. Solo allora il Comitato olimpico internazionale, durante l’incontro del suo esecutivo a Tokyo, si esprimerà ufficialmente sul caso dell’Italia. Secondo la Repubblica, però, il Cio avrebbe già deciso: il Coni sarà sospeso. Un’indiscrezione confermata dallo stesso Comitato Olimpico Nazionale Italiano a Open. Gli atleti azzurri gareggeranno quindi alle prossime Olimpiadi senza bandiera e come sportivi indipendenti. Una figuraccia per l’Italia che si va così ad aggiungere, insieme a Russia e Bielorussia, alla lista dei Paesi sospesi dal Cio. Non solo. Una sospensione comporterebbe anche uno stop ai finanziamenti con un impatto diretto sull’organizzazione di Giochi olimpici di Milano-Cortina del 2026. Al governo resta solo un’opzione. Convocare entro 24 ore un consiglio dei ministri e approvare in extremis un decreto salva-coni, già pronto, ma mai affrontato, ed evitare così un’esclusione storica.
Le ragioni del contenzioso
Al centro del contenzioso tra l’Italia e il Comitato olimpico internazionale c’è la riforma dello sport voluta dal primo governo Conte che ha privato il Coni di parte della sua autonomia. Uno scontro, dunque, quello tra Vincenzo Spadafora e Giovanni Malagò, che il ministro dello Sport non ha ancora sanato. Più volte in questi mesi il Cio ha invitato l’Italia a intraprendere quanto prima una modifica per rispettare la Carta olimpica e l’autonomia del Coni. «Siamo molto preoccupati per ogni giorno che passa, oggi tutti sanno la problematica, il nostro Paese è fatto così ma il nostro Comitato olimpico non se lo merita», aveva dichiarato qualche giorno fa il presidente del Coni Malagò.
Petrucci: «Comitato olimpico umiliato»
Anche Gianni Petrucci, ex numero uno del Comitato olimpico italiano e attualmente a capo della Federbasket, ha parlato di una situazione grave: «Siamo alla vigilia dell’esecutivo del 27 e i casi sono due: o non c’è la volontà o non c’è autorità. Non si è mai arrivati a un punto tale per cui il Comitato olimpico di un Paese che è ai primi posti nel mondo per risultati sportivi e olimpici debba essere umiliato perché ancora non si è data la completa autonomia al Coni».
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