«L’auto di Piero Morreale passò due volte vicino a quel burrone». C’è un video della notte dell’omicidio della fidanzata
È emerso un video che rischia di complicare la posizione di Pietro Morreale, il 19enne di Caccamo indagato dalla procura di Termini Imerese per l’omicidio della fidanzata Roberta Siragusa. Nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza si vede passare due volte l’auto di Morreale vicino al burrone dove è stato ritrovato il cadavere della 17enne parzialmente bruciato. Il video metterebbe così in dubbio la versione raccolta dai carabinieri, secondo cui la ragazza si sarebbe buttata da sola dopo essersi data fuoco.
Il filmato
Come racconta la Repubblica, la telecamera installata fuori da una villetta ha ripreso l’auto di Morreale mentre saliva verso il belvedere alle 2.37 della notte. Di lì il ritorno al paesino dopo circa sei minuti, salvo poi risalire verso le 3.28 per un altro passaggio verso il belvedere. Qui la sosta più lunga, ma comunque brevissima: meno di 12 minuti. Per gli investigatori la ragazza potrebbe essere stata uccisa in un altro luogo e poi scaraventata giù dal dirupo solo dopo essere stata sfregiata col fuoco. Per chi indaga, le immagini delle telecamere sono «decisive». Morreale, fino ad ora, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il passato della coppia
«Lui la minacciava», racconta un’amica di Roberta, lasciando intendere come il fidanzato non fosse nuovo a episodi di violenza, non solo fisica. Le diceva: «Se racconti a tua madre che ti tratto male, io faccio del male a te e alla tua famiglia”». La ragazza, appena diciassettenne, si era confidata con qualche compagna di scuola: «Io glielo dicevo – dice l’amica – lascialo. E non ero solo io a ripeterglielo. Ma, adesso, è troppo tardi». Un’altra spiega: «In un sms diceva che stava con Pietro. Le ho scritto alle due e mezza, le dicevo di chiamarmi per qualsiasi cosa. Non ho dormito per tutta la notte. Avevo un brutto presentimento». La scorsa estate, un altro episodio: il ragazzo aveva sferrato un pugno alla fidanzata, per l’ennesima scenata di gelosia. «Sembrava un fatto isolato. E tutto era tornato sereno», raccontano le famiglie. Invece, domenica, il triste epilogo.
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