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Coronavirus, superate le 100 mila vittime nel Regno Unito. Il premier Johnson: «Dolore difficile da esprimere»

26 Gennaio 2021 - 18:52 Redazione
In una conferenza stampa trasmessa in diretta tv, il primo ministro Tory ha parlato della più grande crisi affrontata dalla «seconda Guerra Mondiale»

REGNO UNITO

EPA/ANDY RAIN | Boris Johnson

Johnson: «Il governo rifletterà per trarre lezioni sugli errori commessi»

Sono oltre 100 mila le vittime da Coronavirus nel Regno Unito. Il bilancio complessivo dei decessi dall’inizio dell’emergenza sanitaria è «un dolore difficile da esprimere». A dirlo è il premier britannico Boris Johnson che ha rivolto le condoglianze a tutte coloro che hanno perduto persone care. In particolare, il premier ha ricordato come quasi tutte queste morti siano avvenute in solitudine. Johnson ha definito inoltre questa crisi come la più grande mai affrontata dalla «Seconda Guerra Mondiale». Il premier ha detto che in futuro, oltre a ricordare chi si è sacrificato per salvare vite umane, il suo governo rifletterà per «trarre lezioni» sugli errori commessi.

ITALIA

ANSA| Fiale di GRAd-COV2, il candidato vaccino anti Covid di Reithera

La corsa al vaccino italiano va avanti

Arrivano buone notizie per la sperimentazione italiana del vaccino anti Covid di Reithera. La biotech di Castel Romano in provincia di Roma riceverà finanziamenti da Invitalia per la cifra di 81milioni di euro e potrà così andare avanti nella fase 2 di ricerca. Il Cda dell’Agenzia nazionale per gli investimenti e lo sviluppo d’impresa ha approvato il contratto di Sviluppo presentato da Reithera per un investimento industriale che porterà all’ulteriore verifica dei requisiti di sicurezza ed efficacia su un numero ancora maggiore di volontari.

Dopo gli esiti incoraggianti della fase 1 anticipati dall’Ospedale Spallanzani di Roma, con cui la biotech collabora, ora secondo quanto fatto sapere da Reithera, i dati ufficiali saranno diffusi nello studio scientifico pubblicato entro febbraio. Grazie anche all’investimento approvato da Invitalia, la corsa del candidato vaccino italiano verso l’autorizzazione di Ema e di Aifa, accelera. La capacità di produzione prevista dall’azienda è di circa 100 milioni di dosi all’anno.

USA

EPA/ETIENNE LAURENT | Una medica al lavoro in un reparto di terapia intensiva al Sharp Coronado Hospital in California

Primo caso di variante brasiliana in Minnesota

Il primo caso di variante brasiliana negli Stati Uniti è stato individuato in Minnesota, come ha confermato il Dipartimento di Salute statale. La scoperta arriva nel giorno in cui il neopresidente Joe Biden ha ripristinato il divieto sui viaggi per gli Stati Uniti in particolare da quei Paesi in cui sono emerse le varianti più contagiose, come il Brasile e il Sud Africa, oltre che buona parte dell’Europa, compreso il Regno Unito. Come riporta il New York Times, la persona contagiata in Minnesota con la variante brasiliana era stato di recente in Brasile prima di tornare a Minneapolis. Il paziente si sarebbe ammalato nella prima settimana dell’anno, con il tampone risultato poi positivo al Coronavirus il 9 gennaio.

FRANCIA

EPA/THOMAS COEX | Il ministro della Salute francese Olivier Véran indossa una mascherina chirurgica

Il governo francese vieta le mascherine fatte in casa

Come annunciato nei giorni scorsi, il governo francese ha deciso di vietare le mascherine in stoffa, considerate meno efficaci nel ridurre la diffusione del virus. Come ha chiarito il ministro della Salute, Olivier Véran, il divieto comprende non solo le mascherine fatte in casa, ma anche quelle industriali con una qualità di filtraggio inferiore e classificate in categoria 2.

Concesse quindi solo quelle nella categoria 1, cioè la mascherina chirurgica, il modello Ffp2 e maschere in tessuto ma realizzate secondo gli standard previsti dalla categoria a più alta protezione. Una decisione che si è già scontrata con l’opinione dell’Accademia francese di medicina, secondo cui non esiste una conferma scientifica che le mascherine fatte in casa offrano una protezione insufficiente se vengono indossate in modo corretto.

Complicata anche l’applicazione del divieto, come ha ammesso lo stesso ministro Véran, visto che da un lato non è immaginabile che la polizia fermi la gente per strada e verifichi la qualità della mascherina indossata. E dall’altro, come ricorda il Guardian, non sarà semplice neanche per i francesi scegliere la mascherina giusta, considerando che la categoria di protezione non è contrassegnata su buona parte delle mascherine in commercio in Francia.

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