I numeri in chiaro. L’infettivologa Taliani: «Oggi 26 mila vaccini: siamo molto indietro. Solo lo 0,32% ha fatto il richiamo» – Il video
«Aumentano gli ingressi nelle terapie intensive ma complessivamente abbiamo meno pazienti in rianimazione, questo vuol dire che qualcuno è deceduto e qualcuno è passato nei reparti ordinari. Siamo nettamente al di sotto della capienza massima che le terapie intensive possono riservare ai pazienti Covid. Il trend dei nuovi casi è costantemente in diminuzione così come il rapporto positivi-tamponi che oggi è al 4,1 per cento (ieri al 5,98). Ma attenzione, guai ad abbassare la guardia: ancora, infatti, abbiamo mezzo milione di italiani infetti e tanti altri che non sanno di aver contratto il virus e che al momento si muovono liberamente. Nelle malattie infettive, di solito, un sintomatico nasconde dietro di sé dai 5 ai 10 asintomatici a secondo del tipo di malattia e per noi questa rimane ancora misteriosa».
A parlare a Open è Gloria Taliani, infettivologa e ordinaria di Malattie infettive all’università La Sapienza di Roma. Nelle ultime 24 ore, come riporta il bollettino della Protezione civile e del ministero della Salute, sono stati registrati 10.593 casi con 257.034 tamponi. 541 i decessi, in calo i ricoverati con sintomi e quelli in terapia intensiva mentre salgono, di poco, i nuovi ingressi in rianimazione (oggi 162, ieri 150).
«Solo lo 0,32 per cento ha ricevuto la seconda dose di vaccino»
Nonostante i dati non siano del tutto negativi, l’infettivologa invita a fare massima attenzione, a continuare a prendere tutte le dovute precauzioni, anche perché il piano vaccinale sta andando a rilento: «Oggi 26 mila somministrazioni, poco più del 3 per cento erano prime vaccinazioni. Questo significa che siamo ben lontani dall’aver raggiunto la metà della prima fase di vaccinazione che dovrebbe completarsi con il 5 per cento della popolazione vaccinata. Oggi siamo al 2,15 per cento di italiani che hanno avuto la prima dose e allo 0,32 di quelli che hanno ricevuto anche la seconda».
26mila vaccini in 24 ore
Molto dipende anche dai ritardi delle aziende produttrici dei vaccini che, specialmente negli ultimi giorni, hanno dato filo da torcere al governo. «Abbiamo avuto giornate con 92 mila dosi di vaccino al giorno, oggi solo 26 mila. Questi dati dipendono anche dai flussi di rifornimento che ancora devono stabilizzarsi. Quindi non perché non ne siamo capaci», ha spiegato la professoressa, speranzosa che nei prossimi mesi la campagna vaccinale possa spingere il pedale dell’acceleratore.
Le varianti e i vaccini
Le varianti – che tanto preoccupano per la loro contagiosità – non devono affatto allarmarci, secondo Taliani, almeno per quanto riguarda l’impatto sui vaccini. «Così come sono stati strutturati, i vaccini possono essere modificati per aggiungere un eventuale pezzo mancante. Questa è una potenziale rassicurazione anche se non è semplicissimo. È bene ricordare, infatti, che il virus si muove con noi e che la limitazione degli spostamenti non è un atto di imposizione malvagia. Serve per la nostra sicurezza».
«Il virus siamo noi ed è dentro di noi»
Difficile ipotizzare, adesso, un ritorno alla normalità, così come si intendeva nell’era pre-Covid. Le scuole – spiega Taliani – vanno riaperte, sì, ma con un nuovo patto di responsabilità: «Bisogna dire a docenti e alunni che i paradigmi sono cambiati. Non si può pensare, nel breve termine, di ritornare alle nostre precedenti abitudini perché è insano. Il virus siamo noi ed è dentro di noi, dobbiamo conviverci».
Grafiche di Vincenzo Monaco
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