Perché dopo il blocco del Garante per la Privacy, TikTok è ancora attivo. E rischia di restarlo
Dopo la morte della bimba di Palermo, il Garante per la Privacy ha disposto per TikTok «il blocco immediato dell’uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica». Una decisione inedita, anche perché il collegamento tra la morte della bimba e TikTok è ancora da verificare. Secondo le prime ricostruzioni sembra infatti tutto sia nato dalla blackout challenge, una sfida in cui ci si avvicina al soffocamento per ottenere una sensazione di euforia. L’hashtag #blackoutchallenge esiste sul social, ma come abbiamo documentato ha tutt’altro significato. Allo stesso modo però esistono casi certificati di adolescenti morti a seguito di una pratica simile.
Eppure il Garante ha dato una settimana di tempo a TikTok per creare un sistema che verifichi con «assoluta certezza» l’età dei suoi utenti. L’età minima per accedere alla piattaforma è infatti 13 anni ma al momento, esattamente come per gli altri social network, basta poco per aggirare il blocco. In queste ore quindi TikTok è ancora accessibile da utenti di tutte le età e, soprattutto, è ancora possibile creare un account senza che nessuno verifichi l’identità di chi lo ha creato.
Il ruolo dell’Irlanda
La sede legale a cui risponde la struttura che lavora a TikTok in Italia si trova in Irlanda. Nell’agosto 2020 ByteDance, la società che ha fondato TikTok, ha scelto questo Paese per il trattamento di favore che viene riservato alle aziende Tech. Qui infatti c’è la base europea di altri colossi, come Facebook, Apple e Google. Visto che la sede è l’Irlanda, prima che il provvedimento del Garante per la Privacy diventi effettivo, deve essere accettato dal suo omologo irlandese. Un’operazione che allunga i tempi di diversi giorni. Non solo. C’è anche la possibilità che le autorità per la privacy irlandesi rifiutino la richiesta italiana, lasciando ByteDance libera di muoversi come preferisce.
La scelta del Garante di agire verso un’autorità straniera non è illegittima. Anzi. Questo diritto viene definito dall’articolo 66 del Gdpr. Se però l’autorità irlandese dovesse rifiutare di agire, allora la questione arriverebbe direttamente al Comitato europeo per la protezione dei dati personali, un organo composto dai rappresentanti delle autorità nazionali per la protezione dei dati e dal Garante europeo della protezione dei dati (Gedp). Qui il Garante italiano e quello irlandese si troverebbero ancora allo stesso tavolo ma la decisione diventerebbe collegiale.
Come verificare l’età degli utenti
I limiti alla comunicazione del Garante non si fermano qui. «L’implementazione di questo provvedimento è abbastanza complessa». Ad ammetterlo è Giovanni Gallus, avvocato esperto in privacy e nuove tecnologie. «Imporre l’accertamento dell’età per questo social network – ci spiega – potrebbe essere un rimedio peggiore del male. Il modo più efficace perché questo avvenga è attraverso un documento di identità. Permettere ai social di conservare questi documenti (o i dati in essi contenuti) esporrebbe gli utenti a rischi ancora più alti».
Non solo. Secondo il Gdpr l’età del consenso per il sottoscrivere un modello di trattamento dei dati è 14 anni. Questo, di conseguenza, è in contraddizione con il limite di età imposto da TikTok, Facebook e Instagram. Il consenso di un ragazzo di 13 anni, per la legge italiana, sarebbe lecito soltanto a condizione che sia prestato dai genitori. Nella storia recente c’è (o c’era) solo un solo social che richiedeva di inviare la patente: Parler. La piattaforma dell’alt-right diventata popolare dopo il ban ai profili di Donald Trump chiedeva di identificarsi prima di completare il profilo. E il fatto che ora sia il social sia irraggiungibile dopo la chiusura dei suoi server da parte di Amazon solleva più di un dubbio sulla fine fatta da quei documenti.
«La formula scelta dal Garante – continua Gallus – è quella di bloccare l’uso dei dati personali per tutti gli utenti di cui non si ha “assoluta certezza” della loro età. Questa formula, “assoluta certezza” riguarda praticamente tutti gli utenti italiani». In questi termini quindi il provvedimento del Garante riguarderebbe gli oltre 9 milioni di italiani iscritti alla piattaforma. «Sarebbe stato diverso se il provvedimento avesse riguardato gli utenti di cui si “dubita dell’età”».
Come funziona l’iscrizione a TikTok
Esistono due procedure per ottenere un profilo su questa app. La prima è quella di collegarla ad altri profili già esistenti, che siano Twitter, Facebook, Google o Apple. Oppure si può scegliere di inserire una mail o il numero di telefono. In questo caso verrà inviato un codice di verifica da riportare all’app prima di accedere. Se si preferisce questa opzione, l’indicazione della data di nascita spetterà all’utente. Nel caso in cui chi sta scrivendo metta una data di nascita che lo fa risultare un minore di 13 anni appare un avviso che impedisce di accedere alla registrazione.
Dopo questo avviso qualsiasi tentativo di accedere all’app dallo stesso smartphone viene bloccato, anche se si prova a retrodatare il proprio compleanno. Se invece la prima data che si mette è già una data che dimostra come l’utente abbia più di 13 anni, allora la registrazione continua senza nessun problema. Per gli altri social network la dinamica è simile. Facebook e Instagram hanno lo stesso limite di età mentre per usare WhatsApp è necessario che gli utenti abbiano compiuto almeno 16 anni.
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