Coronavirus, gli esperti Usa: «Le scuole sono sicure con mascherine e distanziamento». Nel Regno Unito quarantena obbligatoria in hotel dai Paesi a rischio
Usa
I ricercatori dei Cdc: «Mascherine e distanziamento riducono al minimo i contagi nelle scuole»
Secondo gli esperti dei Cdc, l’agenzia sanitaria degli Stati Uniti, le scuole possono ripartire con le lezioni in presenza perché buona parte delle prove disponibili ha indicato che è possibile svolgere le attività in classe finché vengono rispettate tutte le norme di sicurezza per il contenimento dei contagi di Coronavirus. In un intervento sulla rivista scientifica Jama, i ricercatori dei Cdc hanno spiegato che le riaperture delle scuole sono possibili solo se le autorità locali impongono restrizioni alle altre attività potenzialmente a rischio, come le mense, i bar e le palestre con scarsa ventilazione.
Più dei rischi prevalgono i vantaggi di svolgere attività di persona per gli studenti, sostiene in un’intervista Margaret Honein, prima autrice dell’intervento su Jama e membro della squadra impegnata nella risposta all’emergenza Covid-19 per i Cdc: «Le scuole sono una fonte importante non solo di istruzione – dice Honein – ma anche di servizi sanitari e sociali per i bambini». Se fino a settembre scorso i dati a disposizione sui rischi di contagio nelle scuole erano scarsi, ora secondo i ricercatori ci sono più conferme che l’uso corretto delle mascherine e il distanziamento fisico: «Possono ridurre al minimo la trasmissione nelle scuole».
Regno Unito
Il Regno Unito si blinda contro le varianti del virus
Il governo di Boris Johnson sta valutando una stretta sui viaggi da e per il Regno Unito, con opzioni che vanno dalla chiusura totale dei confini fino al blocco dei viaggi dai Paesi più a rischio di esportare le nuove varianti del Coronavirus. Oggi è previsto che il ministro degli Interni, Priti Patel, annunci l’obbligo di quarantena in hotel per tutti i passeggeri in arrivo innanzitutto da Sudafrica e Brasile, da cui sono già vietati i viaggi per i cittadini stranieri. Come riporta il Guardian, lo scontro nel governo britannico è sull’ampiezza della misura da adottare, con il premier Johnson più propenso a limitare solo alcuni Paesi, mentre i ministri degli Interni e della Salute spingono per uno stop generale dei viaggi.
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