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Cartoni Morti, l’autore del video virale sui vaccini: «Dedicato a chi dubita e a chi nega» – L’intervista

28 Gennaio 2021 - 07:12 Valerio Berra
Andrea Lorenzon, classe 1989, è l'autore che ha scritto, disegnato e montato il video che negli ultimi giorni sta rimbalzando su centinaia di bacheche social

«In questo video finanziato da Sta Ceppa cercherò di spiegare cosa dicono i dati ufficiali delle agenzie nazionali e internazionali per la salute». Non sappiamo quale munifico benefattore si nasconda dietro lo pseudonimo di Sta Ceppa, in ogni caso sarà ben contento dei suoi investimenti visto che il video che ha sponsorizzato è diventato uno dei più virali negli ultimi giorni. VACCINO: i dubbi più grossi è un corto animato di sei minuti. È scritto, montato e doppiato da Cartoni Morti, lo pseudonimo (questo vero) dietro cui si cela Andrea Lorenzon. In meno di una settimana solo su YouTube il video ha totalizzato oltre un milione di visualizzazioni contando anche ricondivisioni illustri sui social.

Il canale YouTube Cartoni Morti nasce nell’agosto 2017. Il primo video dura 33 secondi ed è intitolato ho caldo. Titolo e data di pubblicazione rendono superfluo esplicitare l’argomento trattato. Da quel giorno questi fumetti che sembrano (volutamente) disegnati con Paint sono diventati sempre più virali. Quelli che hanno fatto i numeri più alti restano le parodie di programmi tv e serie di animazione, prima di tutte Dragon Ball, ma negli ultimi mesi Cartoni Morti ha cominciato ad occuparsi sempre più di attualità. Fra questi anche Dittatura Sanitaria, un corto animato di pochi minuti in cui l’autore prende in giro chi pensa che l’obbligo di indossare la mascherina e di stare distanziati sia una chiara violazione dei nostri diritti costituzionali.

YOUTUBE | Il video di Cartoni Morti diventato virale

Veneto, classe 1989. Prima di diventare Cartoni Morti chi era Andrea Lorenzon?

«Avevo un canale YouTube ben prima che si capisse che questa piattaforma potesse diventare un lavoro. Da giovane volevo fare il regista o lavorare comunque nel cinema. Avevo aperto un canale già nel 2007 e caricavo vari contenuti. Non ero molto seguito anche perché portavo contenuti molto diversi tra loro. Visto che la carriera come attore non decollava ho trovato un lavoro come grafico in un’agenzia. Lo detestavo ma mi serviva a portare a casa uno stipendio».

Perché hai deciso di dare una seconda chance a questa piattaforma?

«Preso dallo sconforto ho cominciato un corso di teatro. Ho imparato questo mestiere, ho cominciato a scrivere e ho portato i miei spettacoli in tutta Italia. Dopo cinque anni che mi dividevo tra grafico e teatro ho deciso di lasciare il mio lavoro. È qui che è nato Cartoni Morti. All’inizio non pensavo di farci molti soldi. Volevo pubblicare qualche video per poi presentarmi alle aziende di Portogruaro, la città dove vivevo, per offrire delle pubblicità. Poi il canale è esploso e le aziende sono arrivate da sole».

E tutto è partito da ho caldo, un video di 30 secondi.

«Sì. Pensa che quel video è uno dei pochi che è stato demonetizzato da YouTube perchè c’era un immagine considerata “di nudo”. Era la parodia stilizzata di un calendario di Belen».

Negli ultimi anni molti creator hanno avuto problemi con i guadagni da YouTube. I canali si sono moltiplicati e la pubblicità ha cominciato a pagare di meno.

«Adesso mi sembra che stia tornando a rendere. Io non ci guadagno tanto perché i miei contenuti sono molto diversi e quindi diventa più difficile per gli inserzionisti pagare. Per fortuna lavoro bene con le aziende che si rivolgono a me per chiedermi spot e campagne pubblcitarie».

Uno dei video che hai fatto si intitola Trovati un lavoro vero in cui prendi in giro chi non capisce che lavorare sul web è un lavoro al pari di andare in fabbrica.

«È stato il video che ha generato più insulti. Peggio di quando ho fatto Salvini l’aggiustatutto. Molti mi hanno chiesto: “E se chiude YouTube cosa succede?”. Credo che in questa crisi economica nata dal Coronavirus molti hanno capito che qualsiasi azienda può chiudere da un giorno all’altro».

Veniamo al tuo video sui vaccini. Perché hai deciso di occuparti di temi di attualità negli ultimi mesi?

«È già il secondo video che faccio sui vaccini. È vero che i video su Alessandro Borghese, su Dragon Ball o su Gerry Scotti hanno fatto successo ma per me è importante trattare qualcosa che riguarda davvero le persone. Non mi è mai piaciuto adagiarmi sui tormentoni. Mi diverto a prendere in giro tutti quei gruppi che credono nelle teorie parascientifiche. Avevo fatto anche un video sui terrapiattisti».

C’è stato qualcosa di particolare che ti ha convinto a registrarlo?

«Ho notato che la questione degli effetti collaterali o quella della formula del vaccino erano dubbi sempre più diffusi. Non riguardavano più piccoli gruppi di negazionisti. E così ho decisio di fare un video. Poi certo, non mi aspettavo diventasse così virale. Ho apprezzato il fatto che sia stato condiviso anche da medici e ricercatori esperti di questi temi».

E ora? Hai già in bozza altri spiegoni?

«Al momento no. L’ultima cosa che ho pubblicato è una vignetta sulla giornata della memoria. L’ho dedicata agli uiguri. Sono convinto che per non ripetere quello che è successo in passato non possiamo distogliere lo sguardo da quello che sta succedendo nei campi di prigionia in Cina».

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