Zona arancione, quali negozi restano aperti e secondo quali regole
Dai supermercati ai negozi di vestiti, dalle concessionarie di automobili ai parrucchieri, nella zona arancione ogni esercizio commerciale resta aperto e può svolgere la propria attività. A differenza di bar e ristoranti che dovranno restare chiusi al pubblico (e fornire solo un servizio di asporto o di delivery), l’ultimo Dpcm inserisce tra le attività consentite lo shopping al dettaglio anche di beni non essenziali. Via libera anche a librerie, barbieri, lavanderie, centri estetici, profumerie e negozi di cosmetica. Il testo mette nero su bianco comunque alcune regole che gli esercenti e i commercianti dovranno rispettare per non violare la norme anti Coronavirus.
Le regole per gli esercizi commerciali
Come spiegato nelle Faq del governo, non sono previste limitazioni alle categorie di beni vendibili. Alle attività commerciali al dettaglio è permesso aprire al pubblico, a condizione però che vengano rispettate delle regole:
- obbligo di mascherina e messa a disposizione di gel igienizzante
- distanza interpersonale di almeno 1 metro
- ingressi regolati e scaglionati (1 alla volta nei negozi fino a 40 mq)
- divieto di sostare nei locali più tempo di quello necessario all’acquisto.
Inoltre, i gestori devono garantire la pulizia e l’igiene ambientale almeno 2 volte al giorno, nonché continui e adeguati cambi d’aria. È inoltre obbligatorio esporre un cartello che indichi il numero massimo di persone che possono essere contemporaneamente presenti all’interno dei locali. Infine, dove possibile, è preferibile che gli esercizi stabiliscano percorsi diversi per entrate e uscite.
I centri commerciali
I centri commerciali sono aperti. Nelle giornate festive e prefestive, però, devono rimanere chiusi tutti gli esercizi presenti all’interno, ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole.
Le deroghe agli spostamenti
In zona arancione non è consentito di norma spostarsi fuori dal proprio comune. In ogni caso, qualora si avesse la necessità di acquistare un bene durevole (come, ad esempio, un’automobile), e non sono presenti punti vendita nel proprio centro, è consentito spostarsi verso il comune più vicino (spostamento che dovrà comunque essere autocertificato).
Immagine di copertina: Ansa/Matteo Corner
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