Coronavirus, i numeri in chiaro, Sebastiani: «La media dei decessi non migliora e con le zone gialle la curva peggiorerà» – Il video
Tra circa 24 ore molte Regioni d’Italia riapriranno i battenti alla zona gialla, sperando in una ripartenza più duratura possibile. Quello che si teme è un dietrofront repentino sull’alleggerimento delle misure a causa di un possibile peggioramento dei contagi. «Sarà molto probabile, così come abbiamo visto per il periodo a Natale. Il dato che preoccupa di più e che non accenna a scendere è quello dei decessi, il pericolo a cui andiamo incontro è quello di condizionare ancora in negativo la curva». A mettere i numeri in chiaro con Open oggi è il matematico del Cnr, il professor Giovanni Sebastiani, che proprio sul tasto più dolente del bollettino giornaliero sui dati Covid fornisce una media preoccupante.
«La media dei decessi non supera il 2% di miglioramento da settimane»
«Continuiamo da un mese ad avere una media di decessi, aggiornata ad oggi, pari a 475 vittime al giorno. Un dato veramente alto» spiega il professore, rilevando un picco al 12 di gennaio e un miglioramento della curva da allora corrispondente a meno del 2%. «Dobbiamo agire sull’incidenza perché fare affidamento sui vaccini al momento non è possibile». Questo porterebbe a un ripristino del tracciamento «che finalmente potrebbe rendere le chiusure molto più ridotte e farci evitare questo stop and go deleterio». Per gli altri due pilastri dell’analisi dei dati Covid la situazione si mostra più incoraggiante. «Le notizie sulle terapie intensive sono buone» spiega, «mentre sul calcolo della diffusione del virus la curva si mostra stabile con una leggera impennata negli ultimi 5 giorni», un elemento, quest’ultimo a cui fare attenzione soprattutto in vista delle prossime riaperture.
«Astrazeneca? Invito Aifa va ascoltato anche se ci costa»
Sulla raccomandazione dell’Agenzia italiana del farmaco che oggi, 30 gennaio, ha dato il via libera al vaccino Astrazeneca per il territorio nazionale (ovvero: è preferibile usarlo negli under 55), Sebastiani invita a non sottovalutare l’invito dell’ente regolatore. «Non è un obbligo quello che ci è stato dato ma sicuramente va tenuto in considerazione quasi come se lo fosse, almeno per la fase iniziale». La strategia da adottare è quella «di attenersi ai dati certi che si hanno», nonostante la crisi di un piano vaccinale che avrebbe ora bisogno di andare avanti e di proteggere «proprio la categoria esclusa dall’indicazione Aifa, in assoluto tra le più a rischio».
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