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Saluto romano il Giorno della Memoria. Indagati i tre consiglieri comunali di Cogoleto

I tre consiglieri - Valeria Amadei, Francesco Biamonti e Mauro Siri - sono accusati di aver violato la legge Mancino

I consiglieri del comune di Cogoleto in provincia di Genova che il Giorno della Memoria avevano fatto il saluto romano mentre votavano alcune delibere sono indagati per violazione della legge Mancino. Era stato il sindaco della città, Paolo Bruzzone, a denunciare il fatto sulla sua pagina Facebook, scrivendo che i tre – Valeria Amadei, Francesco Biamonti e Mauro Siri – si erano «ripetutamente esibiti» durante la seduta del Consiglio Comunale avvenuta nella sala consiliare intitolata a Sandro Pertini, dove erano stati ripresi anche dalle telecamere presenti in sala. Tutti e tre fanno parte della minoranza di destra del consiglio comunale.

«Iscrizione doverosa»

Adesso dovranno rispondere dell’accusa di aver violato la legge Mancino del 1993, che sanziona e condanna gesti e slogan di matrice nazifascista. All’articolo 2 infatti la legge Mancino punisce «chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi» che incitano alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. «Si tratta di una iscrizione doverosa – commenta il procuratore aggiunto Francesco Pinto – perché deve essere chiaro che nel nostro ordinamento il razzismo e l’antisemitismo non sono opinioni ma delitti e la reazione deve essere immediata quando succedono certi fatti».

L’appello del sindaco

«Sono stati giorni piuttosto difficili per la nostra comunità, mai avrei immaginato che il nostro bellissimo paese, terra natale di Cristoforo Colombo, balzasse alla cronaca per un episodio inqualificabile più che per le sue bellezze e unicità», il commento del sindaco Bruzzone, che in un nuovo post sulla sua pagina Facebook ha invitato i suoi concittadini a non aggiungere altro odio all’odio. «Martedi 2 febbraio, mi recherò dal Prefetto per relazionare sull’accaduto: spetta, infatti, al Rappresentante dello Stato valutare eventuali cause di decadenza dei consiglieri interessati».

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