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Ue contro AstraZeneca, l’avvocato inglese: «Non è necessario deviare il vaccino prodotto nel Regno Unito»

30 Gennaio 2021 - 15:20 Giulia Marchina
Solo ieri Ursula von der Leyen ha detto che quanto pattuito tra i due era «chiarissimo»

Sulla lite tra AstraZeneca e l’Unione europea sulla fornitura di milioni di dosi di vaccino contro il Coronavirus da parte della società farmaceutica, nemmeno gli avvocati riescono a trovare un punto d’accordo. Ieri, 29 gennaio, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto che quanto pattuito tra AstraZeneca e l’Ue era «chiarissimo», ma per alcuni legali le cose non starebbero esattamente così. Altri hanno fatto notare che la controversia potrebbe andare per le lunghe, tanto da assumere i toni di un contenzioso, tale è stata la mancanza di chiarezza fornita. Altri ancora, invece, hanno appoggiato la versione dell’azienda produttrice del siero.

«AstraZeneca non è tenuta a deviare le forniture»

AstraZeneca non è tenuta a consegnare le dosi prodotte nel Regno Unito all’Unione europea per compensare la mancanza di ordini. Questa, in estrema sintesi, la spiegazione che hanno dato alcuni legali come James Turner, specializzato in controversie commerciali transfrontaliere. L’avvocato ha spiegato al Guardian che, da contratto, ad AstraZeneca spettava muoversi solo per soddisfare l’ordine iniziale dell’Ue di 300 milioni di dosi con scorte prodotte all’interno dell’Unione europea. In questo modo il Regno Unito può rimanere fuori dall’accordo.

«Mi sembra che, per quanto riguarda le dosi iniziali, AstraZeneca abbia un buon motivo per sostenere che non è necessario deviare il vaccino prodotto nel Regno Unito», ha sottolineato Turner, che ha poi aggiunto: «In sostanza, la clausola dice abbastanza chiaramente che AstraZeneca farà tutto il possibile per produrre le dosi iniziali all’interno dell’Ue».

«Le dosi del Regno Unito possono essere destinate all’Unione europea»

Diversa è la versione fornita al quotidiano inglese da Richard Parkinson, specialista nei contratti commerciali. Secondo lui il senso del contratto è molto semplice: AstraZeneca aveva il compito di fornire l’Ue delle 300 milioni di dosi provenienti da stabilimenti di produzione diversi, compresi quelli nel Regno Unito. «Non sembra esserci nulla nel contratto che affermi che gli ordini del Regno Unito hanno la priorità. Pertanto, AstraZeneca sembra essere in una posizione in cui ha due clienti entrambi con un diritto valido sulle dosi che sono state prodotte», ha detto.

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