Coronavirus, i numeri in chiaro. Maga: «Indicatori positivi. Il ritorno in zona gialla è possibile» – Il video
Come conferma l’ultimo bollettino della Protezione Civile, i dati sulla pandemia di Coronavirus in Italia sono in miglioramento sotto diversi punti di vista, a partire dal numero dei decessi (237 in 24 ore), meno alto rispetto ai giorni scorsi (ieri erano stati 421, il giorno prima 477). «Ormai la maggior parte delle Regioni sono se non al di sotto appena sopra le soglie di attenzione per quanto riguarda l’occupazione dei posti in terapia intensiva e ricoveri», spiega a Open Giovanni Maga, direttore del laboratorio di Virologia Molecolare presso l’Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Pavia. «Quindi ci aspettiamo – continua il virologo – che, anche dato il continuo miglioramento di questi parametri, presto tutte le Regioni siano al di sotto di queste soglie. È un’indicazione che stiamo gestendo bene questa nuova fase epidemica. Il rapporto tra positivi e i tamponi rimane stabile ormai da qualche giorno, e quindi anche questo è un segnale positivo».
«Sono d’accordo con il ritorno a un livello di allerta moderato»
Alla vigilia del ritorno di gran parte delle Regioni in zona gialla, Maga è ottimista. «È vero che le differenze su un unico indice come l’Rt possono sembrare piccole, ma per avere queste differenze è essenziale che ci sia un miglioramento su diversi aspetti della gestione dell’epidemia. Quindi complessivamente io sono d’accordo con il ritorno a un livello di allerta moderata: se le persone si comporteranno in maniera responsabile, come è successo nel mese di gennaio, allora secondo me non vedremo un rimbalzo dei casi. Sono convinto che con l’avanzare delle stagioni e della campagna vaccinale la situazione migliorerà». Nel frattempo, vietato abbassare la guardia: «Anche se la maggior parte delle regioni sono entrate in zona gialla, questo non vuol dire che dobbiamo abbandonare le misure di prevenzione», come l’utilizzo delle mascherine, la disinfezione delle mani e il distanziamento fisico.
I decessi che stentano a scendere
Anche perché i decessi da Coronavirus rimangono alti. «Dobbiamo ricordare che abbiamo una quota di persone affette dal virus ancora molto importante – sono diverse centinaia di migliaia di persone – di cui, soprattutto se si tratta di persone che rientrano nelle categorie fragili, qualcuno avrà un peggioramento, transiterà negli ospedali, e sfortunatamente è possibile che ci siano ancora dei decessi. Il calo di questo triste numero lo vedremo soprattuto quando si cominceranno a vedere gli effetti della vaccinazione proprio sulla popolazione fragile. Penso che grazie alla campagna di vaccinazione di massa, se arriveremo all’obiettivo che ci siamo posti, ovvero di riuscire entro la fine di quest’anno a vaccinare il 70% dei più vulnerabili, già nella prossima stagione autunno-inverno, avremo una situazione molto migliore».
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