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Clubhouse, l’app (solo per iPhone) che conferma l’ingresso nell’era delle live sui social

01 Febbraio 2021 - 15:16 Valerio Berra
Dalle origini al funzionamento: le cose da sapere sull'applicazione che sta diventando virale

Live. La carta vincente delle piattaforme che si sono imposte sul mercato nell’ultimo anno è quella di offrire contenuti nelle dirette. Twitch ne fa la colonna portante della sua struttura, Instagram e non di meno TikTok le hanno implementate e negli ultimi giorni si continua a parlare di un nuovo social in cui gli unici contenuti che non sono live sono l’immagine profilo e la bio. Si chiama Clubhouse e punta tutto sulla voce. Se fate parte del fronte che odia i messaggi vocali su WhatsApp forse è meglio starne alla larga ma se non disdegnate lunghe telefonate sdraiati sul divano è il caso di dare un occhio più da vicino a come funziona.

Clubhouse è solo per iPhone?

Non tutti possono scaricare Clubhouse in questa fase di lancio. L’app al momento è disponibile solo per iOS, se non avete un’iPhone potete anche chiudere qui i vostri progetti di diventare voice influencer. Non c’è ancora una data di rilascio per la versione Android. Anzi. Il 24 gennaio Clubhouse ha pubblicato un comunicato in cui dice che non vede l’ora di iniziare a lavorare a una versione per il PlayStore. Frase che fa capire che la versione Android non è esattamente dietro l’angolo. L’effetto curioso di questo limite è che le app che si chiamano Clubhouse sul PlayStore sono nel pieno di una shitstorm di recensioni negative. Molti utenti cercano questo social e si ritrovano a scaricare app di gestione del portafoglio finanziario, giochi di golf o app per organizzare riunioni di lavoro. Pazientate utenti Android. Pazientate.

Come funzionano le Room

Una volta scaricato il social non è immediato fare un profilo e cominciare a diffondere la propria voce via web. Prima infatti bisogna ricevere un invito da una persona che sia già sulla piattaforma. Visto che in questi giorni è diventata molto virale, non sarà difficile ottenerlo. Almeno ci risparmieremo i post su Facebook e le storie Instagram di amici che implorano di essere invitati. Una volta dentro vi verrà chiesto di scegliere una foto profilo e una breve bio. Oltre che il vostro numero di telefono. E queste cose saranno anche le uniche tracce che rimarranno del vostro passaggio su questo social.

I tre livelli: Open, Social e Closed

Fatto questo, si inizia. Clubhouse funziona attraverso le Room, delle chat vocali con tre livelli di accesso: Open, Social e Closed. Se la stanza è Open viene indicizzata nella ricerca e chiunque può entrarci. Se invece ha la dicitura Social è possibile accedere solo se è già dentro un altro dei nostri contatti o delle persone che seguiamo. Closed, chiaramente, è l’etichetta riservate alle stanze in cui si entra solo per invito. Ogni stanza ha degli amministratori, quelli che l’hanno creata, e dei moderati, quelli che si occupano di gestire la conversazione. I nomi delle etichette delle stanze sono in inglese perché ancora adesso non è prevista una versione dell’app in italiano.

Il ruolo del moderatore

I dibattiti vengono gestiti dai moderatori. Possono decidere a quante persone dare la possibilità di parlare nello stesso momento. Possono invitare persone nella stanza e escluderle dalla conversazione. Quando si entra in una stanza Open all’inizio non si può parlare. Per prenotarsi davanti a un moderatore è necessario alzare la mano. Inutile dire che una piattaforma del genere è molto allettante per gli specialisti dei contenuti audio, dalle radio ai podcaster. Nulla vieta infatti ai conduttori radiofonici trasmettere il loro programma in diretta su Clubhouse e rispondere da qui agli interventi del pubblico.

Le origini di Clubhouse

A maggio del 2020 Clubhouse aveva 1.500 utenti e valeva già 100 milioni di dollari. Come riporta la Cnbc, già allora era possibile trovare conversazioni in cui erano invitati scrittori, commentatori politici e investitori ben noti a chi segue le start up della Silicon Valley. Una delle prime società di venture capital a interessarsi al progetto è stata Andreessen Horowitz, un fondo da 4 miliardi di dollari guidato da Ben Horowitz e Marc Andreessen. Hanno investito su Clubhouse 12 milioni di dollari quando il social non aveva nemmeno un sito ufficiale.

I due fondatori sono Paul Davison e Rohan Seth, entrambi ex studenti della Stanford University. L’esplosione più importante in termini di utenti è stata nell’ultimo mese. All’inizio di dicembre erano in 3.500 a usare l’app. A gennaio avevano superato i 600 mila, grazie anche all’endorsement di celebrity statunitensi del calibro di Oprah Winfrey, Jared Leto e Drake. Tra il 18 e il 24 gennaio il numero di utenti nelle sue stanze è arrivato a due milioni. Se l’onda di questo successo andrà ancora avanti, bisognerà capire come funzionerà il modello di business e la profilazione dei dati. Difficilmente gli sviluppatori cercheranno di capire chi sono i loro utenti solo dalla bio e dalla foto profilo.

Foto di copertina: FREEPIK | Mockup psd created by freepik – www.freepik.com

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