Annunciano la riapertura di negozi e locali in zona gialla, ma secondo Zampa: «I giovani non hanno capito»
La mappa camaleontica dell’Italia alle prese con la pandemia di Coronavirus segna da oggi una svolta attesissima, al punto che già dalla vigilia la voglia di uscire si è manifestata plastica nelle grandi città tornate affollate. Quasi tutto il Paese è passato infatti in zona gialla, fatta eccezione per Umbria, Puglia, Sardegna, Sicilia e Provincia autonoma di Bolzano, ancora in arancione. Riaprono bar e ristoranti con servizio al tavolo fino alle 18, tutti i negozi e i centri commerciali, tranne che nei festivi e prefestivi. Da giorni vengono segnalati in calo i dati dei contagi e così la direzione presa dalla pandemia sembrava rassicurare sul fatto che qualche concessione in più era possibile. Evidentemente è stato un fraintendimento, almeno secondo la sottosegretaria al ministero della Salute Sandra Zampa, secondo cui in «tanti non hanno ancora capito, soprattutto i più giovani, e questa è una grande sconfitta collettiva della nostra società».
A dicembre su 2,4 milioni di persone controllate i sanzionati per violazione delle norme anti-Covid sono stati solo 26.629 (1,1%)
Le parole della sottosegretaria, intervistata dal quotidiano La Stampa, sono destinate a far discutere. Fermo restando che il comportamento di chi non rispetta le regole rimane censurabile e che non bisogna commettere l’errore di pensare che l’emergenza sanitaria sia finita, i dati del ministero dell’Interno relativi al mese di dicembre 2020 (in attesa che venga pubblicato il report mensile di gennaio 2021), parlano chiaro. Su 2,4 milioni di persone controllate, i sanzionati per violazione delle norme anti-Covid sono stati solo 26.629. Ovvero l’1,1%. In molti si chiedono quindi che senso abbia prendersela con i ragazzi, che a scuola hanno dovuto sopportare mesi di Didattica a distanza al 100%, o più in generale con i cittadini.
Salvini: «La gente non ne può più»
A dare fuoco alle polemiche, dall’altra parte della barricata politica, ci ha pensato subito Matteo Salvini: «Non rompete le scatole alla gente che dopo due mesi chiusa in casa vuole fare due passi», ha detto il leader della Lega, intervenendo su Telelombardia alla trasmissione Buongiorno Lombardia. «Oggi torniamo in zona gialla dopo settimane di sacrificio», ha aggiunto, «ho letto su qualche giornale che c’è il processo alla gente che è uscita perché c’era bello. Lasciateli vivere. Se ti dicono che i dati scientifici ti permettono di uscire perché il contagio è tornato ai livelli di mesi fa, la gente esce. La gente non ne può più, inizia a prendere gli psicofarmaci, inizia ad arrabbiarsi. Non se la prendano con i cittadini se fanno due passi».
Nardella: «Non possiamo permettere che la maggioranza paghi per il comportamento irresponsabile di pochi»
Domenica 31 gennaio il sole ha baciato Milano e nella zona dei Navigli si sono formati assembramenti di giovani lungo la Darsena. In tanti ne hanno approfittato per passeggiare. Assembramenti anche a Roma, con più di 40 multe per violazione delle restrizioni anti-Covid nel centro storico, ma anche al Pigneto e nel rione Monti. Decine di multe pure a Napoli, nella zona universitaria di Bologna e a Firenze. Tanto che il sindaco del capoluogo toscano, Dario Nardella, ha scritto su Facebook: «Capisco la voglia di divertirsi e di uscire, dopo mesi di restrizioni, ma in questo modo rischiamo di avere l’effetto contrario. Serve la collaborazione di tutti: il contagio è ancora elevato, non possiamo permettere che la maggioranza paghi per il comportamento irresponsabile di pochi».
I raggruppamenti festaioli di questi fine settimana rischiano davvero di vanificare tutti gli sforzi fatti da cittadini…
Pubblicato da Dario Nardella su Domenica 31 gennaio 2021
Speranza: «Zona gialla non significa scampato pericolo»
Ha espresso preoccupazione anche il ministro della Salute, Roberto Speranza: «Zona gialla non significa scampato pericolo. Serve ancora la massima prudenza se non vogliamo tornare indietro rispetto ai passi avanti delle ultime settimane». Sulla stessa scia il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Agostino Miozzo: «Il ritorno in area gialla non significa normalità, bisogna evitare gli assembramenti poiché c’è il rischio assolutamente reale che la curva schizzi rapidamente verso numeri difficilmente gestibili». In queste condizioni, è arduo prevedere per quanto tempo l’Italia (quasi tutta) resterà in zona gialla. Le polemiche, invece, di sicuro continueranno.
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