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«Zaki in carcere per altri 45 giorni»: per i media egiziani la detenzione è stata rinnovata. Ma i legali dello studente non sono stati informati

01 Febbraio 2021 - 17:47 Redazione
A riportare le indiscrezioni sono gli attivisti della pagina Facebook "Patrick Libero". L'avvocato Hoda Nasrallah: «Al 99% è così». L'ufficialità è attesa per domani

Patrick Zaki rischia di rimanere in cella altri 45 giorni. A meno di due ore dalla fine dell’udienza alcuni media egiziani, tra cui la testata Al-Shorouk, hanno diffuso la notizia secondo cui la sua detenzione è stata rinnovata per un altro mese e mezzo. Notizia ripresa poi dagli attivisti della pagina Facebook Patrick Libero, secondo i quali gli avvocati dello studente non sono ancora stati informati: «Continuiamo a sperare che queste notizie esasperanti non siano vere e che Patrick non resti più di un anno in detenzione», si legge in un post. «Domani scopriremo se i media hanno saputo della proroga prima degli avvocati».

Today, the 1st of February, Patrick Zaki’s detention renewal session took place. For English and Italian scroll…

Posted by ‎Patrick Libero – الحرية لباتريك چورچ‎ on Monday, February 1, 2021

Una legale di Zaki, Hoda Nasrallah, ha commentato: «Al 99% è giusto. Ma come avvocato devo attendere la pubblicazione della decisione», ha detto, confermando quindi di non avere alcun documento che certifichi l’annuncio. Zaki, arrestato lo scorso 7 febbraio con l’accusa di «aver tentato di rovesciare il regime al potere» per dei post pubblicati sui social media, è in carcere ormai da quasi un anno. Nell’udienza precedente del 17 gennaio i giudici avevano prorogato la detenzione per altri 15 giorni. La custodia cautelare in Egitto può durare fino a due anni e Zaki rischia fino a 25 anni di carcere.

Presenti all’udienza diplomatici di Italia, Usa e Danimarca

All’udienza odierna erano presenti anche diplomatici di Italia, Stati Uniti e Danimarca. La loro presenza nel presidio situato nei pressi del complesso carcerario di Tora, dove è detenuto Zaki, è ormai consueta e avviene nell’ambito di un programma di monitoraggio processuale dell’Ue. L’iniziativa è sostanzialmente sospesa a causa della pandemia di Coronavirus ma viene portata avanti per il caso di Zaki su impulso dell’ambasciatore d’Italia al Cairo Giampaolo Cantini. A dare connotato internazionale oltre che europeo al monitoraggio contribuiscono ad ogni udienza diplomatici di Paesi extra-Ue, nel caso odierno di nuovo gli Usa.

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