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Draghi accetta l’incarico con riserva: «Momento difficile. Fiducioso che emergerà l’unità». Domani le consultazioni

03 Febbraio 2021 - 21:14 Redazione
Su indicazione di Mattarella, l'ex presidente della Bce proverà a formare un nuovo governo. Centrodestra e M5s divisi sulla linea

«Ringrazio per la fiducia il presidente della Repubblica per l’incarico. Questo è un momento difficile. La consapevolezza dell’emergenza richiede risposte all’altezza della situazione: per questo rispondo positivamente all’appello di Mattarella. Sono fiducioso che emergerà l’unità. Scioglierò la riserva al termine delle consultazioni con i partiti». Così Mario Draghi ha accettato l’incarico dopo più di un’ora di incontro con Sergio Mattarella al Quirinale. Sconfiggere la pandemia, rilanciare il paese: sono questi i compiti che il capo dello Stato ha affidato a Draghi. Ora la sfida passa dalla fiducia politica: le consultazioni con i gruppi parlamentari partiranno domani, probabilmente nel pomeriggio.

Al momento l’ex presidente della Bce non sembra avere ancora i numeri alle Camere. Il Movimento 5 Stelle promette compattezza e allontana gli spettri della scissione, mentre i big grillini rilanciano un governo che sia politico. E il ruolo del premier uscente Giuseppe Conte, per il quale si parla di un incarico da vice premier o da ministro degli Esteri: «Notizie inventate», fa sapere palazzo Chigi. In serata la maggioranza del Conte II – Pd, LeU e 5 Stelle – fa il punto in un vertice da remoto: «Nel quadro del lavoro che si è avviato dopo il conferimento dell’incarico al professor Draghi, pur nel rispetto del confronto che si è aperto tra le forze politiche, è positiva la disponibilità di Pd, M5S e Leu di voler continuare a tenere aperta una prospettiva politica unitaria», dice il segretario del Pd Nicola Zingaretti al termine dell’incontro.

Il centrodestra rilancia unità e compattezza, ma – al di là di Fratelli d’Italia, che dice no a Draghi – sia Lega che Forza Italia parlano di decisioni dopo aver ascoltato il programma dell’ex governatore della Banca d’Italia. «Purché Draghi non voglia arrivare fino al 2023», chiosa Matteo Salvini. Matteo Renzi invece riunirà i gruppi di Italia Viva alle 23 di oggi.

Video Camera dei Deputati

Il M5s al bivio

ANSA/ANGELO CARCONI | Alessandro Di Battista lascia l’hotel Forum al termine del vertice del M5s con Beppe Grillo, Roma, 24 marzo 2018.

L’appello di Di Battista: «Non cedete»

«Le pressioni saranno fortissime. Vi accuseranno di tutto. Di essere artefici dello spread. Di irresponsabilità. Di blasfemia perché davanti all’Apostolo Draghi non vi siete genuflessi. Voi non cedete». A scriverlo è il pasionario del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista su Facebook. «Questa ‘manovra’ e’ stata pensata ad hoc per indebolire il Movimento e plasmare il Recovery ad immagine e somiglianza di Confindustria. Non cedete. Dovranno farcela con le loro forze, non con il nostro avallo. La linea era chiara ed era sostenuta dalla maggior parte degli italiani: sì Conte presidente del Consiglio e ‘no’ Renzi al governo. Qualsiasi sostegno (diretto, indiretto o mascherato) a un governo Draghi diventerebbe un ‘no’ Conte presidente del Consiglio e Si’ a Renzi. Ovvero a colui che ha creato tutto questo. È inaccettabile».

Di Maio: «Il Movimento è compatto»

ANSA | Luigi Di Maio

Senza il Movimento 5 Stelle non si va da nessuna parte. È questo il principio delle dichiarazioni che emergono dalle parti del Movimento, mentre il fondatore Beppe Grillo rilancia la “lealtà” nei confronti del premier dimissionario Giuseppe Conte. «Le regole della democrazia sono molto chiare. E credo che la via democratica alla ricostruzione dell’Italia, in virtù anche del lavoro svolto fino ad oggi, dell’impegno profuso, dei risultati ottenuti, sia quella di un governo politico».

«Se questo Paese ha ottenuto la fetta più grande del Recovery e i 209 miliardi è soprattutto grazie a noi, al M5S, dobbiamo dircelo. E qualcuno dovrebbe riconoscercelo», rivendica Di Maio.

«La volontà popolare è rappresentata dalle forze parlamentari, il cui mandato ricevuto dagli elettori non è stato quello di un governo tecnico ma, lo ribadisco, è stato quello di proporre un governo politico al Paese che rispondesse alle esigenze degli italiani», dice il ministro degli Esteri uscente ed ex capo politico del Movimento all’assemblea M5S. «Ricordiamo che nel 2018 abbiamo preso il 33% dei voti e in Parlamento siamo la forza politica più grande, siamo determinanti», rivendica Di Maio. «Ora dobbiamo mostrarci compatti. Molti scommettono su una nostra scissione, sono anni che ne raccontano, mentre a scindersi sono stati altri».

Crimi: «In Parlamento dovranno passare da noi»

ANSA | Vito Crimi

«Renzi aveva come obiettivo di spaccare tutto e tutti. E tra le varie cose questa soddisfazione non gliela dobbiamo dare». Sono le parole del capo politico reggente del M5s Vito Crimi all’assemblea dei gruppi del partito. «Se avessimo detto no venerdì scorso saremmo stati noi definiti i responsabili del risultato che si è comunque verificato oggi. Per questo abbiamo fatto un passo in avanti e abbiamo provato fino all’ultimo a dare al Paese un governo politico».

Un governo tecnico – si chiede Crimi – «avrebbe mai potuto fare il reddito di cittadinanza? Avrebbe potuto fare misure costose ma innovative e di rilancio come il superbonus al 100% e le comunità energetiche? Queste sono operazioni che può fare un governo politico, non un governo che ha la necessità di far quadrare i conti. Un tecnico non fa il bene del Paese, abbiamo già dato», prosegue.

«Per qualunque misura a livello parlamentare si deve sempre o comunque passare da noi. Questo è un patrimonio che non dobbiamo disperdere, noi siamo determinanti anche nel caso in cui dovesse nascere questo governo. Se non possiamo far nascere un governo tecnico noi possiamo però essere determinanti nelle scelte, su qualunque cosa. Al di là di quello che faremo, quando è se dovesse nascere questo governo tecnico noi saremo condizionanti», dice ancora Crimi.

«Abbiamo bisogno di un governo politico», rilancia il ministro per lo Sviluppo Economico uscente Stefano Patuanelli. «Siamo una Repubblica parlamentare, dobbiamo continuare a fare politica per il bene del Paese e per questo ci serve un governo politico. Mattarella è stato molto chiaro, lo spettro delle elezioni è reale. Quindi calma e sangue freddo, senza di noi non può esserci un governo perché siamo il gruppo più numeroso in Parlamento e noi riteniamo serva un governo politico».

L’ipotesi di Rousseau

«Quella del voto su Rousseau e una ipotesi da non trascurare. Ovviamente dico ipotesi perché dobbiamo aspettare che prima ci sia un contenuto reale da sottoporre, votare su una persona soltanto mi sembra riduttivo», dice Vito Crimi ai gruppi M5S.

Paola Taverna dice no

«Togliendo alibi a chi pensa che sia un ‘no’ precostituito sulla figura di Mario Draghi, smentisco tale ricostruzione riconoscendo pubblicamente la figura di altissimo spessore alla quale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affidato questo incarico», dice oggi la vice presidente del Senato Paola Taverna. «È il concetto stesso di governo tecnico che non potrò mai appoggiare come soluzione ai problemi. Per volere della nostra Costituzione, un Governo deve esprimere la maggioranza politica rappresentata in Parlamento», spiega la grillina.

Cosa farà il centrodestra?

ANSA | Silvio Berlusconi

Berlusconi: «Ascolteremo Draghi»

«Andiamo alle consultazioni a sentire Mario Draghi quali idee ha e cosa propone». È questa l’apertura di Silvio Berlusconi: queste le parole che avrebbe pronunciato alla riunione del vertice del centrodestra dove l’ex premier era collegato via zoom. Draghi, è il ragionamento, «è una personalità di altissimo profilo. Valuteremo insieme come centrodestra cosa fare. Se siamo arrivati fino a qui e perché siamo rimasti uniti».

Il “ni” di Salvini

ANSA/MASSIMO PERCOSSI | Matteo Salvini dopo il vertice del centrodestra, 3 febbraio 2021

Anche il leader del Carroccio apre, ma non troppo, all’ipotesi Draghi. L’obiettivo è che il centrodestra «vada unito alle consultazioni», dice il leader del Carroccio al termine del vertice del centrodestra. «Io lavoro perché il centrodestra sia sempre compatto». Certo, chiarisce il leader del Carroccio in serata, «se Draghi dice che si va a votare tra due anni, è chiaro che non si può», spiega nel corso di un’intervista a ‘Radio Radio‘. «Io non ho detto né di no né di sì a priori. In base alle risposte, prenderemo una posizione. Ma se devono esserci altri giorni o settimane persi, allora votano in tutto il mondo…».

«Non abbiamo pregiudizi», diceva ancora stamane Salvini. «Vogliamo parlare di taglio di tasse e apertura dei cantieri con la prospettiva del voto. Voterà mezza Europa e lo faranno tante città italiane per cui la democrazia non può essere sospesa in questi mesi. Ma non sprechiamo questi mesi”. Nessun voto anticipato dunque, per ora. «Se si vota, questo avverrà a giugno. Inutile, dunque, perdere tempo. In queste settimane da qui ad allora – ha spiegato Salvini a Omnibus – il governo deve fare delle cose che servono all’Italia. Infine la stoccata ai responsabili. «Siamo in queste condizioni perché la maggioranza ha litigato per un anno e mezzo e si è sciolta come neve al sole. Siamo alla opposizione, disponibili a continuare il nostro lavoro», ha concluso.

Gli incontri istituzionali

Dopo aver ricevuto l’incarico al Colle l’ex presidente della Bce si è poi recato a colloquio con il presidente della Camera Roberto Fico – terza carica dello Stato ed “esploratore” che ha visto l’ipotesi di un governo di maggioranza in continuità con il dimissionario naufragare poche ore fa – e a seguire con la presidente del Senato Elisabetta Casellati. Infine un’ora e un quarto è poi durato l’incontro a palazzo Chigi nel primo pomeriggio con Conte.

Nel frattempo ambienti del Movimento 5 Stelle fanno permeare che il presidente del Consiglio dimissionario non sarebbe disponibile a fare il ministro in un nuovo eventuale governo guidato da Mario Draghi. Fonti di Palazzo Chigi, interpellate dall’Ansa al riguardo, non confermano né smentiscono l’indiscrezione. Secondo altre ricostruzioni, nel corso dell’incontro tra i due sarebbe emersa l’ipotesi di Conte ministro degli Esteri o vice premier. «Le notizie che stanno trapelando in queste ore sul colloquio tra Giuseppe Conte e Mario Draghi sono totalmente inventate», fanno sapere però in serata fondi Chigi. «In particolare, è destituita di fondamento l’indiscrezione secondo cui nel corso dell’incontro si sarebbe parlato di incarichi di governo per il Presidente Conte. Ancora una volta si torna a ribadire che in questa fase tutti i virgolettati e retroscena attribuiti a Giuseppe Conte sono destituiti di fondamento».

Video Senato TV

Il Sì di Renzi

Ha spaccato la maggioranza in due, aprendo una crisi di Governo che si è conclusa con un nulla di fatto: Matteo Renzi ora fa il tifo per l’ex governatore della Bce. «Ora è il momento dei costruttori. Ora tutte le persone di buona volontà devono accogliere l’appello del Presidente Mattarella e sostenere il governo di Mario Draghi. Ora è il tempo della sobrietà. Zero polemiche, Viva l’Italia», ha twittato.

Lo scetticismo di Orlando (Pd)

Scettico, invece, il giudizio del vicesegretario Pd Andrea Orlando. «Non basta dire “è arrivato Draghi, Viva Draghi”», ha spiegato a Radio Immagina. Bisogna dare una mano a Draghi perché può sembrare che la forza del nome possa risolvere i problemi ma è fuorviante perché per far nascere un governo c’è l’esigenza di una convergenza di forze sul programma per il Recovery Plan ma anche serve una grande capacità di sintonia con il paese per evitare che il rischio di una crisi economiche e sociale che crei una rottura. Per Orlando l’obiettivo dei prossimi mesi sarà «evitare gli errori del passato».

LeU si sfila

«Per quel che mi riguarda mi pare molto difficile che ci possa essere un sostegno a un governo di questo tipo», ha detto il leader di LeU Nicola Fratoianni. E ancora: «Naturalmente ne discuteremo nei gruppi parlamentari di Leu che sappiamo tutti non è un partito. Non c’è nessuna valutazione di carattere personale né su Mario Draghi o altri che saranno coinvolti in questa operazione, che è un’operazione dal punto di vista politico regressiva».

Brunetta (FI): Draghi è la persona giusta

«Mi auguravo che tutto questo avvenisse già un anno fa, all’inizio della pandemia, quando ci siamo resi conto della gravità della situazione sanitaria, economica e sociale. Bisognava allora fare un Governo di unità nazionale, di alto profilo», dice Renato Brunetta di Forza Italia a 24Mattino su Radio 24. «Se Draghi accetterà, sarà la persona giusta al momento giusto, nella situazione più difficile del mondo, quella italiana. Ma lui ce la può fare, col concorso di tutti», conclude.

Piazza Affari

Dopo la chiamata al Colle alle 12 di oggi, 3 febbraio per formare un governo di alto profilo, stamattina Piazza Affari ha fatto faville. L’apertura ufficiale della Borsa di Milano è infatti salita del 2,6% – ora invece al +3% – dopo i primi istanti e lo spread tra Btp e Bund è sceso, arrivando alla soglia dei 100 punti base.

L’ex presidente della Bce viene definito da Bloomberg come la «miglior opzione possibile per la guida dell’Italia», agli occhi degli investitori. Draghi sarebbe quindi l’uomo in grado di «porre fine all’ingovernabilità del Paese». Alle 9 di questa mattina una pattuglia dei carabinieri ha preso posizione davanti all’abitazione romana dell’economista.

In copertina Ufficio Stampa Quirinale | Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Professor Mario Draghi, 3 febbraio 2021.

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