Coronavirus, nuovo studio sui vaccini Pfizer in Israele: una dose protegge al 90%. Prima guida anti-Covid per le Olimpiadi
OMS
«La variante sudafricana preoccupa per la reinfezione»
Il direttore dell’Oms Europa Hans Kluge, intervenendo alla plenaria del Comitato delle Regioni, ha espresso grande preoccupazione per le nuove varianti Covid. «Preoccupano, in particolare quella sudafricana, perché il virus si trasmette più velocemente, ed i sistemi sanitari potrebbero avere più difficoltà. Ma soprattutto perché – prosegue Kluge – rapporti preliminari mostrano che con la mutazione sudafricana c’è il rischio di reinfettarsi». «Inoltre – conclude il direttore dell’Oms Europa – dobbiamo valutare cosa significhi questo per i vaccini».
ISRAELE
Una dose del vaccino Pfizer potrebbe bastare secondo uno studio in Israele
Un nuovo studio svolto in Israele con un finanziamento del governo del Regno Unito ha fatto emergere che una dose del vaccino Pfizer può offrire fino al 90% di protezione contro il Coronavirus entro 21, quindi poco prima della dose di richiamo. La ricerca non ancora sottoposta a peer review, quindi a verifica da parte di scienziati indipendenti, è stata svolta dai ricercatori dell’Università dell’East Anglia durante il programma di vaccinazioni di massa nel Paese.
L’analisi del prof Paul Hunter e del dottor Julii Brainard suggerisce quindi che una prima dose potrebbe già fornire una protezione adeguata, ma mette in guardia anche su una controindicazione emersa nel comportamento dei vaccinati: a otto giorni dalla somministrazione della prima dose, il rischio di infezione sarebbe raddoppiato.
Secondo i ricercatori il fenomeno potrebbe essere legato a una minore cautela da parte di chi ha ricevuto la vaccinazione. Quest’ultimo studio israeliano contraddice quanto affermato solo il mese scorso dal prof. Nachman Ash, responsabile del piano di vaccinazione in Israele, secondo il quale una singola dose era apparsa «meno efficace di quanto si sperasse», anche meno del 52% dichiarato da Pfizer.
GIAPPONE
Le prime linee guida per Tokyo 2020
Il Comitato organizzatore di Tokyo 2020 ha pubblicato il primo playbook con le linee guida da seguire per chi parteciperà alle Olimpiadi in programma questa estate in Giappone. Nell’opuscolo di 32 pagine vengono ribadite le regole base per il contenimento dei rischi di contagio, con la consapevolezza da parte degli organizzatori che i Giochi così come il mondo non sarà più lo stesso dopo la pandemia: «Se sei già stato ai Giochi – riporta il documento del Cio – sappiamo che questa esperienza sarà diversa in molti modi. Per tutti i partecipanti ai Giochi ci saranno alcune condizioni e vincoli che richiederanno flessibilità e comprensione».
Come riporta il New York Times, il grande eufemismo invocato dal Cio risponde a fatica alle perplessità soprattutto dei giapponesi sullo svolgimento in sicurezza delle Olimpiadi. Nella guida sono sostanzialmente vietate le strette di mano, oltre che i canti da preferire agli applausi. Sarà necessario un permesso speciale per chi partecipa ai Giochi e vorrà prendere un mezzo pubblico.
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