In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ESTERICoronavirusRegno UnitoSanitàVaccini

Vaccinazioni con due dosi diverse «possono migliorare la protezione». Partono i test nel Regno Unito, dopo un mese di prove al buio

04 Febbraio 2021 - 11:59 Giada Giorgi
Dopo aver portato avanti la strategia della prima dose per tutti, entro giugno il governo britannico potrà fornire i primi risultati di una doppia somministrazione con Pfizer e Oxford. 800 i volontari coinvolti nello studio

La campagna di immunizzazione deve accelerare ancora e uno dei tentativi scelti dal Regno Unito è quello di combinare l’utilizzo di due sieri anti Covid sullo stesso soggetto. La sperimentazione per verificare l’efficacia della nuova candidata strategia è stata avviata dal National Immunisation Schedule Evaluation Consortium e coinvolgerà oltre 800 volontari in Inghilterra di età superiore ai 50 anni. “Com-Cov”, questo il nome dello studio iniziato, prevederà la somministrazione del vaccino Astrazeneca per la prima dose, seguita dopo 4 o 12 settimane, da una dose di vaccino Pfizer, e viceversa. L’iter di verifica durerà 13 mesi ma gli esperti fanno sapere che i primi risultati potranno essere disponibili entro il prossimo giugno. Lo scenario che alcuni scienziati prevedono sarebbe addirittura di una protezione maggiore contro Covid-19 rispetto all’uso di un singolo tipo di vaccino.

Il primo tentativo risale a un mese fa

Era il 2 gennaio quando dopo l’approvazione di Astrazeneca, il Regno Unito aveva pubblicato linee guide relative alla possibilità di integrare un vaccino con un altro. La seconda dose di richiamo con il siero di Oxford sarebbe seguita alla prima iniezione già somministrata con lo Pfizer. Una decisione che era risultata in totale contraddizione con le indicazioni dei Centers for Disease Control americani, secondo i quali una vaccinazione «dovrebbe essere completata con lo stesso prodotto perché i vaccini autorizzati non sono intercambiabili» e perché l’efficacia di un mix di prodotti «non è stata valutata». Al 23 di gennaio le cose però cambiano anche per gli Usa. I Cdc americani decidono di concedere più flessibilità ai medici e più margine a una campagna vaccinale a corto di autorizzazioni. Il via libera alla somministrazione di due sieri diversi arriva anche in Usa attraverso nuove specifiche linee guida.

La strategia della prima dose continua

Nel frattempo nel Regno Unito prosegue la scelta di somministrare alla popolazione una sola dose, rallentando i tempi del secondo richiamo. L’obiettivo più volte ribadito dal governo britannico è quello di riuscire a garantire una difesa dal virus a più persone possibili, seppur parziale. La scelta è stata discussa non poco anche in Italia ma l’orientamento che gli esperti sembrerebbero mantenere è quello di attenersi alle certezze fornite dagli studi scientifici dei vaccini autorizzati. Riuscire a garantire il secondo richiamo nei tempi indicati è ancora una sfida da vincere.

Leggi anche:

Articoli di ESTERI più letti