Ippolito (Spallanzani): «Non c’è tempo per aspettare il vaccino ideale: vanno accettati tutti. Anche Astrazeneca»
In una fase in cui continua a essere urgente procedere con le vaccinazioni di massa per contenere i contagi da Coronavirus, l’efficacia al 60% del vaccino anti-Covid di Oxford- AstraZeneca rischia di far aumentare le incognite. Senza sfociare nella corrente no-vax, c’è chi guarda con un certo scetticismo verso questo vaccino, temendo che sia addirittura inutile sottoporvisi. E in questo clima di diffidenza, molti si chiedono se non sia meglio aspettare che arrivino ulteriori dosi dei vaccini che hanno dimostrato una maggior efficacia (pari circa al 90-95%), come quelli di Pfizer-BioNtech o quello di Moderna. «Non c’è tempo per aspettare il vaccino ideale», spiega però il professor Giuseppe Ippolito dell’Istituto Spallanzani di Roma e membro del Comitato tecnico scientifico.
Ippolito: «Tutti i vaccini oggi disponibili in Italia sono efficaci e sicuri»
«Tutti i vaccini oggi disponibili in Italia sono efficaci e sicuri», spiega il direttore scientifico dell’Istituto romano in un’intervista al Corriere della Sera. «In questa fase dell’epidemia credo che vadano accettati senza remore tutti i vaccini che dimostrino un’efficacia relativamente buona, almeno del 60-70%. E tale principio risulta a maggior ragione valido se si accompagna con un profilo di sicurezza adeguato, ossia l’assenza di effetti indesiderati gravi». Si è infatti deciso di impiegare i vaccini con efficacia maggiore per tutte le persone a maggior rischio, come gli anziani o per chi ha patologie concomitanti. E questo è anche dovuto al fatto che «è probabile che i vaccini siano un po’ meno efficaci per gli anziani, anche se non conosciamo il reale impatto, poiché non tutti gli studi sui vaccini contro il Sars-CoV-2 hanno incluso un numero adeguato di senior», precisa il professor Ippolito.
Ippolito: «È necessario continuare con gli studi di valutazione degli altri 64 vaccini in fase clinica»
E per tutti gli altri? «Vanno bene anche gli altri vaccini disponibili», tra cui proprio quello di AstraZeneca. E non è detto che le cose possano cambiare con l’arrivo di ulteriori vaccini. «È necessario continuare con gli studi di valutazione degli altri 64 vaccini in fase clinica per decidere come e quando usare le diverse tecnologie (quella dell’Rna messaggero, o quella del vettore virale, come nel caso del vaccino oxfordiano)». Eppure, chiude Ippolito: «quel che è importante ora è fare andare avanti la ricerca che è stata in grado di dare risposte concrete ed in tempi brevi. Un vero miracolo della scienza». Insomma, in attesa (anche) di vaccini con maggiore efficacia, meglio tentare di esser coperti con quel che si ha a disposizione, anziché rimanere completamente non immunizzati.
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