Coronavirus, nel Regno Unito ipotesi terza dose contro le varianti. In Sudafrica stop al vaccino AstraZeneca
REGNO UNITO
Londra punta a vaccinare tutti gli over 50 entro maggio
Nel Regno Unito il ministro Nadhim Zahawi, responsabile per lo sviluppo del vaccino anti-Coronavirus, ha suggerito che potrebbero essere necessarie iniezioni annuali oppure un ulteriore «richiamo durante l’autunno» per contrastare le varianti Covid. Il richiamo autunnale, se venisse deciso di procedere in tal senso già a partire da quest’anno, si configurerebbe così come una terza dose di vaccino da somministrare nel 2021. Zahawi si è detto inoltre fiducioso che il Servizio sanitario britannico sarà in grado di vaccinare tutti gli over 50 entro il mese di maggio. E i dirigenti dell’Nhs hanno auspicato che il governo possa prevedere una «vaccinazione congiunta» anti-influenza e anti-Covid nel 2022.
SUDAFRICA
Il vaccino di AstraZeneca inefficace sui casi lievi e moderati della variante sudafricana
Il Sudafrica ha deciso di sospendere l’uso del vaccino di AstraZeneca contro il Coronavirus dopo che dati su una sperimentazione interna, non ancora pubblicati su una rivista scientifica, hanno dimostrato una scarsa capacità di protezione contro la variante locale, la B.1.351, per i casi di infezione lieve e moderata. Il governo sudafricano punterà per il momento a somministrare solo i vaccini Johnson & Johnson, per cui è partita la richiesta di uso in emergenza, e Pfizer, in attesa di stabilire cosa fare di un milione di dosi di AstraZeneca arrivati da poco nel Paese.
Nella sperimentazione sono stati coinvolti 2.000 volontari relativamente giovani e quindi con basse probabilità di ammalarsi in modo grave. Il vaccino di AstraZeneca si sarebbe dimostrato efficace solo per il 10%. In base alle risposte immunitarie nei campioni di sangue dei volontari, gli scienziati sudafricani hanno stabilito che il vaccino di AstraZeneca può essere comunque efficace per i casi più gravi.
USA
La variante inglese diventerà dominante negli Usa entro marzo
La variante inglese ha altissime probabilità di diventare dominante negli Stati Uniti entro marzo, secondo un nuovo studio dello Scripps research institute di La Jolla, in California, che conferma la previsione dei Centers for disease control and prevention già avanzata il mese scorso. Secondo lo studio che ha analizzato circa mezzo milione di test sul Coronavirus, la variante inglese B.1.1.7 si sta diffondendo negli Usa come nel Regno Unito, raddoppiando i casi ogni 10 giorni.
Si tratta di dati che «non sorprendono», ha detto al New York Times il virologo Kristian Andersen tra gli autori dello studio, ma confermano che «dovremmo preparaci contro la diffusione questa variante nella maggior parte degli Stati Uniti». Il team del prof. Andersen ha stimato che la velocità di trasmissione della variante inglese negli Usa è fino al 40% superiore a quella delle varianti più comuni. Un dato che potrebbe aumentare con l’analisi di nuovi dati e che preannuncia una possibile nuova ondata di contagi e decessi in tempi relativamente brevi.
Leggi anche:
- «Effetti ridotti sulla variante sudafricana»: lo studio sul vaccino anti-Covid di AstraZeneca
- Nei Paesi poveri solo una persona su 10 sarà vaccinata contro il Covid-19 entro il 2021. L’appello delle Ong per rendere pubblici i brevetti
- Licenziamento per chi trascorre le ferie all’estero e al rientro va in quarantena precauzionale
- Coronavirus, niente carri per il Carnevale di Rio: solo padiglioni per i tamponi. E l’Australia pensa a una patente online per i vaccini
- L’Africa è sola nella lotta al Covid-19. Entro giugno potrà essere vaccinato solo il 3% della popolazione