Tappe, numeri in Senato, il nodo della ricandidatura: si apre il secondo (storico) processo per impeachment contro Trump
Oggi, 9 febbraio, si scrive un pezzo di storia negli Stati Uniti. Per la prima volta un ex presidente dovrà affrontare un processo per impeachment. È passato circa un mese dall’assalto al Campidoglio e Donald Trump dovrà rispondere davanti al Senato dell’accusa di aver incitato l’insurrezione del 6 gennaio in cui sono morte cinque persone. Pochi giorni dopo, nel Campidoglio blindato dall’esercito americano, la Camera dei rappresentanti aveva votato a favore di una messa in stato di accusa dell’allora presidente con il sostegno di una piccola minoranza di repubblicani (10 su 211). Numeri che segnano un punto a vantaggio di Trump, visto che per una condanna serve una maggioranza di due-terzi al Senato.
Come avviene il processo
Dopo l’accordo raggiunto lunedì tra la squadra legale di Trump – ricomposta in fretta e furia dal presidente che nelle ultime settimane aveva litigato con i suoi avvocati, cinque dei quali lo avevano lasciato – e i deputati che si occupano dell’impeachment, il processo non dovrebbe trascinarsi per settimane, come del resto aveva auspicato anche Joe Biden. Il voto finale potrebbe infatti avere luogo già all’inizio di settimana prossima. Oggi i senatori dovranno prima votare per accertare la costituzionalità di mettere in stato di accusa un presidente che non è più in carica.
Se, come previsto, visto che basta una maggioranza semplice, decideranno di procedere, partirà ufficialmente il processo, il cui inizio ufficiale è previsto per le 13, ora locale. Secondo le nuove regole, a partire da mercoledì le due parti avranno fino a 16 ore di tempo per esporre le proprie argomentazioni. Secondo la tradizione, i senatori avranno poi almeno un giorno per porre delle domande e non è escluso che ci possano essere chiamate anche a testimoniare.
Le possibili conseguenze
Per far breccia sui senatori, l’accusa mostrerà dei filmati dell’assalto al Campidoglio e le testimonianze dei “patrioti” che hanno detto di aver agito su indicazione dell’ex presidente (che lo nega). Con tutta probabilità, il processo finirà con l’assoluzione di Trump, come avvenne l’anno scorso nel primo impeachment. Meno di due settimane fa, 45 senatori repubblicani hanno votato per bloccare il processo perché ritenuto incostituzionale, come sostiene la squadra legale di Trump, visto che The Donald non è più alla Casa Bianca. Soltanto cinque senatori repubblicani hanno votato a favore: per una maggioranza di due terzi devono essere 17 in totale.
Anche se Trump dovesse essere condannato, non gli verrebbe automaticamente impedito ricandidarsi nel 2024. Però, con una maggioranza semplice il Senato potrebbe impedirgli di ricoprire cariche elettive federali in futuro. Con il Senato diviso 50-50 e la vice presidente Kamala Harris che detiene il voto decisivo, si tratta di uno scenario plausibile.
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