Coronavirus, i numeri in chiaro. Sestili: «I decessi sono ancora troppi, ma la curva è in calo. In una settimana -10%» – Il video
«Nell’ultima settimana i casi di Coronavirus in Italia si sono stabilizzati. Insomma la curva né sale né scende con un indice Rt che oscilla intorno a 1 da tre settimane. Stabili anche gli ingressi in terapia intensiva. Intanto la curva dei decessi, che sono ancora troppo elevati, sta scendendo: -10 per cento di morti rispetto alla scorsa settimana». A parlare a Open è Giorgio Sestili, fisico e fondatore del blog giorgiosestili.it.
Adesso, continua Sestili, «con gran parte dell’Italia in zona gialla, è molto facile che i casi possano risalire. In alcune regioni dobbiamo aspettarci la ripresa dei contagi, come già sta avvenendo. Per questo bisognerebbe fare sequenziamento del virus, ovvero inviare i tamponi effettuati in specifici laboratori per capire di che tipo di variante del virus si tratta, come fanno in Inghilterra e in Danimarca». I dati di oggi parlano di 336 deceduti , 155 ingressi in terapia intensiva (ieri erano 146) e un tasso di positività in aumento, seppur di poco. Quasi 13 mila i casi segnalati: calano ricoveri e terapie intensive.
Le regioni più colpite
A proposito dello spostamento tra regioni, secondo Sestili «si potrebbe anche permettere la mobilità tra territori che siano già in zona gialla. Il problema non è tanto lo spostamento quanto il monitoraggio, bisogna essere pronti a chiudere subito in caso di ripresa dei contagi». Come nel caso dell’Umbria dove le varianti «stanno facendo crescere la curva. La mia impressione è che questo stia avvenendo in tante zone d’Italia ma noi ancora non ce ne rendiamo conto perché siamo indietro con il lavoro di sequenziamento». Al momento, stando ai dati forniti dal fisico, le regioni e le province più colpite – in rapporto al numero degli abitanti – sono «Bolzano, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, la parte est della Lombardia, Umbria, Emilia-Romagna e Marche».
Duro il commento di Sestili sui test antigenici che, nelle ultime settimane, hanno fatto abbassare il tasso di positività (rapporto casi positivi-tamponi): «Considerare questo tasso non ha più senso, hanno messo nello stesso calderone qualcosa di diverso in termini di sensibilità. I rapidi sono 1.000 volte meno precisi dei molecolari, sono due strumenti di misura troppo differenti per essere sommati tra loro». Dello stesso avviso anche Andrea Crisanti che, intervistato da Open, ha espresso perplessità sull’aver considerato, nel computo del rapporto positivi-tamponi, anche quelli rapidi.
Foto in copertina di Vincenzo Monaco
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