Le regole del ministero sul vaccino AstraZeneca: fino a tre mesi per il richiamo, confermato agli under 55
Si allungano i tempi per la somministrazione della seconda dose del vaccino anti-Covid di AstraZeneca. L’indicazione è contenuta nella nuova circolare del ministero della Salute in materia di «vaccini disponibili contro SARS-CoV-2/COVID-19» e in cui l’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa), «rilevando che i dati attualmente disponibili indicano che già dopo 4 settimane dopo la prima dose si raggiunge un livello di protezione efficace che si mantiene fino alla 12esima settimana», raccomanda che la seconda dose del vaccino possa «essere somministrata idealmente nel corso della dodicesima settimana (da 78 a 84 giorni) e comunque ad una distanza di almeno 10 settimane (63 giorni) dalla prima dose». Tuttavia, si puntualizza, «tali indicazioni potranno subire modificazioni nel corso della campagna vaccinale sulla base di nuove evidenze scientifiche».
Nella circolare del Ministero viene altresì specificato che «i soggetti che hanno ricevuto la prima dose di vaccino AstraZeneca devono ricevere la seconda dose di vaccino AstraZeneca per completare il ciclo di vaccinazione». Insomma, al momento non sono disponibili dati sull’intercambialità di questo specifico vaccino tra prima e seconda dose. Pertanto, chi ha ricevuto come prima somministrazione il vaccino AstraZeneca, anche nella fase di richiamo dovrà ricevere il vaccino prodotto dalla stessa casa farmaceutica.
Le categorie con priorità
Nella medesima nota l’Aifa sottolinea che il vaccino di AstraZeneca «viene raccomandato alle persone dai 18 fino al compimento dei 55 anni (54 e 364 giorni) in assenza di patologie che aumentino il rischio clinico associato all’infezione da SARS-CoV-2, per le quali viene raccomandato preferenzialmente l’utilizzo di vaccini a mRNA». Tra le categorie per cui viene invece raccomandato il vaccino AstraZeneca, l’Aifa indica come prioritarie le vaccinazioni del «personale scolastico e universitario docente e non docente, per le Forze armate e di Polizia, per i setting a rischio (come penitenziari o luoghi di comunità) e per il personale di altri servizi essenziali, e a seguire, per il resto della popolazione».
I chiarimenti su consenso informato e scheda d’anamnesi
Infine, nella nota, è stato inserito un chiarimento circa il consenso informato da firmare prima di sottoporsi a vaccinazione. «La manifestazione di consenso sottoscritto in occasione della somministrazione della prima dose è valida per tutto il ciclo vaccinale, comprensivo di prima e seconda dose – si legge nella circolare del Ministero della Salute -. Non è pertanto necessario compilare nuovamente il modulo di consenso all’atto della seconda dose vaccinale».
Quanto alla scheda di anamnesi del paziente, viene precisato che «la verifica dello stato di salute e/o di patologia anche in occasione della seconda somministrazione si pone quale elemento imprescindibile per la decisione di procedere alla vaccinazione da parte del personale sanitario». «In ragione di ciò – si legge ancora nel documento – è necessaria una verifica da parte del personale sanitario preposto alla vaccinazione in merito ad eventuali modificazioni dello stato di salute e/o di patologia intercorse dopo la somministrazione della prima dose, ivi compresi eventuali reazioni avverse e/o effetti collaterali, da annotarsi nella scheda anamnestica».
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