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Dentro la riunione dei 5 stelle ribelli. Lezzi: «Succubi di Draghi». Crucioli: «Grillo è imbarazzante»

10 Febbraio 2021 - 00:14 Felice Florio
Durante l'incontro sono arrivati attacchi durissimi a Draghi, «apostolo dell'élite», a Vito Crimi, «l'unico ad aver parlato di nomi e ministri durante le consultazioni» e persino a Beppe Grillo: «Gianroberto Casaleggio, da lassù, sta scomunicando Beppe»

Poco meno di mille partecipanti tra attivisti ed esponenti del Movimento 5 stelle. Un incontro su Zoom organizzato da Luca Di Giuseppe, facilitatore regionale del Team del Futuro e volto emergente di Rousseau. Il primo presupposto che ha portato a questa riunione, dice, è che «è sbagliato definire il governo Draghi un governo politico, perché il presidente incaricato non è espressione di nessun partito». Il secondo presupposto, spiega, «è che non può esserci una maggioranza politica se ne fanno parte così tanti partiti diversi». Open ha seguito le tre ore di meeting, ecco i passaggi più importanti.

Barbara Lezzi: «Il Movimento sarebbe succube della figura di Mario Draghi»

«Crediamo che il Movimento non debba avere rappresentanti al governo», aggiunge Di Giuseppe e, prima di passare la parola a Barbara Lezzi, esorta i partecipanti. «Siamo passati in 15 anni dal Vaffa day al Draghi day: noi non cadiamo nella contraddizione storica del Movimento». La senatrice di Lecce, uno dei volti di questa protesta interna ai 5 stelle, esordisce sostenendo che «se il Movimento entrasse in questo governo perderebbe credibilità». Poi ripercorre la storia degli ultimi anni: «Quando abbiamo fatto il governo con la Lega, abbiamo dovuto farlo perché era il frutto del voto popolare. Poi c’è stato il governo con il Pd, per scongiurare l’aumento dell’Iva e non consegnare il Paese alle destre. Lì abbiamo fatto degli errori: non dovevamo lasciare un ministero importante come quello dell’Economia al Pd, a Roberto Gualtieri».

Lezzi arriva presto a fare il nome di Silvio Berlusconi: «Abbiamo fatto tante battaglie contro di lui perché c’è la sentenza Dell’Utri che dice che Berlusconi ha pagato Cosa Nostra. Non possiamo permetterci in questo momento di dare un segnale del genere al Paese. E se restassimo fuori – aggiunge Lezzi – il governo si formerebbe comunque». La senatrice sembrerebbe favorevole all’astensione, perché «avremmo così la forza di giudicare provvedimento per provvedimento». Il ragionamento della senatrice è il seguente: «Se il governo sapesse che c’è un terzo dei parlamentari pronto a votargli contro se non facesse gli interessi del Paese, sarebbe più attento. Stando dentro, il Movimento sarebbe succube delle figura di Mario Draghi, non so quanto incline ad ascoltare».

Leda Volpi: «La debolezza dei vertici ci ha messo ai margini»

Dopo Lezzi, è intervenuta la deputata Leda Volpi: «In quest’anno e mezzo di Governo Conte II, con Pd, Leu e Italia Viva, non siamo stati cosi incisivi. Abbiamo avuto tante difficoltà e tante riforme sono spiaggiate». La deputata fa un appello all’onestà e anche lei si schiera contro il ministro Dem: «Alla fine, se facciamo un bilancio, siamo riusciti a portare a casa soltanto il taglio dei parlamentari e il bonus 110%. Gualtieri ci ha ostacolati. Immaginate quanto potrà essere difficile con Draghi. Sappiamo che è legato al mondo della finanza, delle banche, a scelte di austerity: è l’antitesi del Movimento». La deputata chiama in causa i vertici grillini: «Hanno raccontato a tutti che non si fanno governi senza di noi. Allora, se noi ci opponiamo e rigettiamo questo governo Frankenstein con tutti i partiti dentro, potremmo spingere Sergio Mattarella a proporre un altro nome».

Volpi conclude con un attacco verso la governance del Movimento: «L’incertezza dei vertici, che hanno detto “mai con quello e mai con quell’altro” salvo poi cambiare idea, ci ha messo in una posizione di debolezza contrattuale». Subito dopo, parole durissime arrivano da Matteo Brambilla, candidato sindaco di Napoli per il Movimento: «Vito Crimi è un reggente abusivo. Alle consultazioni, Crimi è l’unico che ha parlato di liste di ministri con Draghi. Noi siamo quelli dei temi, i vertici pensano che siamo diventati quelli delle poltrone e devono essere loro ad andarsene, non noi!». Poi è intervenuta la senatrice Bianca Laura Granato, che si è espressa per il no a Draghi, e la senatrice Rosa Silvana Abate: «Draghi è l’antitesi del Movimento. Draghi è tutto ciò che rappresenta quella politica che noi abbiamo contestato. Io oggi ho avuto un sussulto quando ho visto passare sullo schermo del televisore Silvio Berlusconi e poi, subito dopo, vedere Crimi».

Elio Lannutti: «Gianroberto Casaleggio, da lassù, sta scomunicando Beppe Grillo»

«Ci stiamo abbracciando con delle persone che per far quadrare i loro numeri hanno tagliato i nostri diritti: sanità, istruzione, trasporti e la speranza di tanti cittadini», ha concluso Abate. L’avvocata Natalina Giungato, nello spazio dedicato agli attivisti, definisce Draghi «apostolo dell’élite». Subito dopo interviene il senatore Elio Lannutti: «Credo che gli interessi di Draghi, della finanza tossica, del neoliberismo dittattoriale siano incompatibili con il Movimento 5 stelle». Lannutti è il primo a esplicitare la lacerazione che si è creata anche con Beppe Grillo: «Il Movimento fu fondato da Beppe e da un visionario mite, Gianroberto Casaleggio, il quale da lassù sta scomunicando Beppe Grillo».

Il senatore non è certo più gentile nei confronti di Matteo Renzi, «accoltellatore seriale, recidivo, traditore. Non potrò più mettermi seduto dalla sua parte e dalla parte di chi Grillo chiamava lo “Psiconano”. Già con Conte – conclude – sul Recovery non abbiamo toccato palla al Senato, figuriamoci con Draghi». Il senatore, a differenza degli altri parlamentari che l’hanno preceduto, ha detto che comunque si atterrà al risultato del voto che gli iscritti esprimeranno su Rousseau, «se ci permetteranno di votare». Il deputato Pino Cabras inizia a parlare dopo quasi due ore di riunione e accusa da subito Draghi di essere «l’uomo delle privatizzazioni. Ha dettato le regole delle austerity a Monti e a Renzi. Certo, poi ha fatto il quantitative easing, ma quella moneta è finita in gran parte nelle banche. Draghi ha salvato l’euro, ma non la gente. Draghi è un curatore fallimentare dell’economia italiana che deciderà chi dovrà salvarsi e chi sarà sacrificato».

Andrea Colletti: «Draghi è il curatore fallimentare della politica»

«I governi Conte uno e due avevano già delle aree intoccabili, come il ministero dell’Economia», aggiunge Cabras. «La scelta giusta è andare all’opposizione, il migliore servizio che possiamo fare ai cittadini» e conclude con l’invito a insistere perché cambi il gruppo dirigente «diventato ormai un’oligarchia per conto d’altri». Alvise Maniero, anche lui membro della Camera, si dice «agghiacciato» all’idea di un governo Draghi. «Ve lo ricordate che, meno di tre anni fa, gli italiani ci hanno reclamato come prima forza politica del Paese? Abbiamo dovuto accettare la Tav, gliel’abbiamo lasciata avere pur di non fare cadere il governo gialloverde. Il governo successivo abbiamo contato pure di meno, è stato più difficile con il Pd e Renzi. Uno degli ultimi atti – del Conte due – è stato farci votare la riforma del Mes pur di non fare cadere il governo».

«Fanno a gara per entrare da Leu alla Lega in questo governo, passando per Forza Italia e Renzi. Persino Fratelli d’Italia, con tutte le distanze rispetto a noi, pare che si asterranno. Neppure loro voteranno contro. Vi dà l’idea di chi sia davvero Mario Draghi». Il deputato Andrea Colletti, che parla dopo Maniero, utilizza le parole di Cabras, definendo l’ex presidente della Bce «curatore fallimentare della politica». Colletti dichiara che non voterà la fiducia e invita gli attivisti a ritornare al Movimento 5 stelle delle origini. «Basta al Movimento che appartiene a chi pensa che fare politica significhi avere un like su Facebook».

Mattia Crucioli: «Grillo è imbarazzante, spostare il voto su Rousseau è anti-democratico»

Il senatore Mattia Crucioli, alle 23.18, dice che Beppe Grillo è diventato «imbarazzante, l’atto di spostare la votazione su Rousseau è anti-democratico. Bisognerà fare qualcosa, vi invito a reagire. Siamo a un bivio. Renzi è il teminale di interessi molto più ampi e che hanno radici al di là degli interessi nazionali ed europei. C’è un confronto internazionale in atto tra atlantismo e interessi dell’Est. L’Italia fa parte di questa scacchiera e l’azione di Renzi non è isolata. La situazione è davvero preoccupante».

Jessica Costanzo, deputata del Movimento, si chiede «che fine ha fatto la rappresentanza parlamentare, con questa maggioranza bulgara? Il mio voto contrario non è solo nei confronti di chi ha voluto questa crisi, ma che esprime il dissenso contro la definizione di “governissimo”. Votare no significa servire il Paese e fare il proprio lavoro a testa alta e non far commissariare il parlamento».

La senatrice Vilma Moronese alle undici e mezza spaccate, dice di essere preoccupata dalla richieste fatte dalla delegazione dei 5 stelle a Draghi: «Abbiamo chiesto di mantenere il reddito di cittadinanza, ma non è quello il punto. Per funzionare va legato alle politiche attive del lavoro. Domani, noi non avremo Nunzia Catalfo che sarà al ministero e ce lo demoliranno. Voglio un bene dell’anima a Beppe Grillo, ma se voto no non mi sento di sconfessare lui e Giuseppe Conte se non ci hanno consultato sulle proposte da fare a Draghi». Su Berlusconi, «dopo aver gridato nella scorsa legislatura “fuori la mafia dallo Stato”, non possiamo sederci al tavolo con chi finanziava i mafiosi».

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