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Italiani bloccati in Brasile, l’allarme dell’ambasciatore: «La situazione si aggrava giorno dopo giorno» – L’intervista

12 Febbraio 2021 - 07:44 Fabio Giuffrida
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Sono 1.500 i connazionali che non possono fare ritorno a casa dopo lo stop al voli. Francesco Azzarello, diplomatico per l'Italia a Brasilia: «Sempre meno collegamenti aerei, la situazione va risolta»

«Dal nostro osservatorio in Brasile non possiamo che ribadire l’appello ad affrontare la questione, in modo concreto e risolutivo. Più tempo passa più la situazione si aggraverà, anche per il sempre minor numero di collegamenti aerei operativi dal Brasile verso l’Europa». A parlare è Francesco Azzarello, ambasciatore per l’Italia a Brasilia, in merito ai 1.500 italiani bloccati da settimane in Brasile a seguito di un’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che ha imposto lo stop ai voli a causa della nuova variante Covid che risulta essere più contagiosa delle altre. Stop che ha coinvolto tanti italiani e persino diverse famiglie.

Come si sta muovendo l’ambasciata a Brasilia per aiutare i 1.500 italiani bloccati in Brasile? Che risposte avete avuto dal governo italiano?

«L’Ambasciata è in costante contatto con le autorità a Roma: martedì 9 febbraio la Segreteria generale del ministero degli Esteri ha coordinato una videoconferenza con la partecipazione dei dicasteri della Salute e delle Infrastrutture e Trasporti. Gli Esteri hanno rinnovato al ministero della Salute l’esigenza di individuare una soluzione che possa consentire il rientro dei residenti in Italia, dal 16 gennaio bloccati in Brasile».

Qual è al momento la situazione in Brasile dal punto di vista epidemiologico? Quanto preoccupa la variante brasiliana?

«La pandemia in Brasile si è riaggravata a partire dal mese di dicembre 2020. Nel frattempo è emersa la novità della variante diffusasi a Manaus, nello stato dell’Amazonas, oggetto di studi da parte dell’eccellente sistema scientifico brasiliano. Si tratta di studi che richiedono tempo. Opinione condivisa è che la variante possa comportare una diffusione più rapida del virus ma, ad oggi, non esistono studi scientifici che provino una sua maggiore pericolosità in termini di ospedalizzazioni ed effetti controproducenti rispetto all’azione dei vaccini su alcuni dei quali sono in atto, in Brasile, studi sulla loro efficacia rispetto alla variante».

Per gli italiani bloccati in Brasile avete individuato una via d’uscita?

«Abbiamo esaminato e sottoposto al ministero della Salute ipotesi di soluzione ma spetta a loro decidere. Dal nostro osservatorio brasiliano non possiamo che ribadire l’appello ad affrontare la questione in modo concreto e risolutivo».

Vi risulta che ci siano italiani che stanno provando a spostarsi dal Brasile verso, ad esempio, l’Argentina per poi prendere un aereo per l’Italia così da aggirare le nostre leggi?

«Gli ingressi in Argentina dal Brasile, per i non residenti, non sono consentiti, come pure il solo transito aeroportuale».

Che tipo di sostegno state dando agli italiani in Brasile? Quali sono le loro richieste più comuni?

«Chiedono di rientrare al più presto e sono pronti a sottoporsi a tutte le misure sanitarie di prevenzione e cautelative. La rete diplomatico-consolare italiana in Brasile continua a essere a disposizione di coloro che sono bloccati e cerca, nei limiti del possibile, di fornire assistenza concreta. Abbiamo ottenuto pochi giorni fa una deroga dal ministero della Salute per un caso a rischio di vita».

Foto in copertina di repertorio: ANSA/Stefano Cavicchi

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