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Miozzo: «Se le varianti crescono, con dolore richiuderemo le scuole. Ma si punti a lockdown chirurgici»

13 Febbraio 2021 - 16:08 Giovanni Ruggiero
Il coordinatore del Cts non esclude il ritorno più ampio alla Didattica a distanza se le varianti si confermeranno un rischio anche per i più giovani. Ma fino ad allora, è indispensabile potenziale il tracciamento e contenere i contagi con zone rosse mirate

Il ritorno degli studenti in classe ora che la mappa delle regioni è a prevalenza gialla rischia di frenare davanti ai possibili rischi per la variante inglese. Una minaccia concreta, secondo il coordinatore del Cts Agostino Miozzo, che in un’intervista a Il Giornale mette in guardia su pericolo che «non possono essere ignorati», per quanto debba essere dimostrato che la crescita dei casi di Coronavirus con prevalenza della variante inglese siano un «ostacolo alla normale attività scolastica».

Da sempre Miozzo si è battuto dentro e fuori il gruppo di esperti del Cts perché l’uso della Didattica a distanza fosse ridotto il più possibile: «Sono stato e sono un sostenitore accanito del principio per cui la formazione è un imperativo sociale e politico», ha detto Miozzo. La crescente preoccupazione che i contagi per la variante possano coinvolgere più che in passato i ragazzi impone maggiore attenzione sul fronte scolastico: «Se anche nel nostro Paese si evidenzierà che ragazzi e bambini sono portatori – ha aggiunto – certamente si deve chiudere, anche questa prospettiva mi provoca un grande dolore».

L’ipotesi lockdown «chirurgici»

La prospettiva di richiudere ancora una volta le scuole secondo Miozzo va scongiurata con tutti gli strumenti a disposizione. Nelle dichiarazioni di intenti del nuovo premier Draghi, la scuola gode di altissima priorità, ma in attesa di vedere le dichiarazioni tradotte in pratica, secondo Miozzo non si può escludere la decisione più drastica per la scuola davanti al peggioramento dell’andamento pandemico: «Io non sono per tenere aperte le scuole a ogni costo. Ho sempre contestato la decisione presa in molte parti del Paese di tenere a casa i ragazzi – ha chiarito – ma di lasciare aperti i centri commerciali, semmai avrebbe dovuto essere il contrario». Perciò è indispensabile potenziare il tracciamento delle varianti, ma anche intervenire con lockdown mirati, non più generali come in passato: «È prematura parlare di una chiusura generalizzata – ha aggiunto – Durante la prima ondata pandemica, i cittadini hanno subito troppi danni sia economici sia psicologici. Servono interventi chirurgici».

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