La denuncia dello scienziato dell’Oms in missione a Wuhan: «La Cina si rifiuta di fornire alcuni dati chiave»
Riemergono nuove ombre sulla Cina dalla missione dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a Wuhan, che aveva il compito di indagare sulle origini della pandemia di Coronavirus. Le conclusioni presentate in conferenza stampa il 9 febbraio sembravano aver sgombrato il campo da qualsiasi ipotesi che Pechino avesse agito in modo poco limpido nelle prime fasi dell’epidemia e anche Tedros Ghebreyesus, a capo dell’Oms, aveva affermato che la missione degli esperti aveva «aggiunto importanti informazioni». Ma sono gli stessi scienziati coinvolti nell’operazione a sollevare nuovi dubbi. In un’intervista a diversi media internazionali, il microbiologo Dominic Dwyer, ha dichiarato che la Cina si sarebbe rifiutata di consegnare alcuni dati chiave al team dell’Oms, fornendo soltanto una sintesi.
Si tratta dei dati grezzi dei pazienti su 174 casi identificati dalla Cina nella fase iniziale dell’epidemia a Wuhan nel dicembre del 2019. Secondo Dwyer avere accesso ai dati grezzi è particolarmente importante perché solo la metà dei 174 casi era stata esposta al mercato di Huanan dove il virus è stato inizialmente rilevato e i dati avrebbero permesso di capire meglio l’origine del virus. «Ecco perché abbiamo insistito a chiederlo» ha dichiarato Dwyer che ha aggiunto di non sapere perché le autorità cinesi si sarebbero rifiutate di fornire i dati completi. «Se si tratta di una questione politica, se è una questione di tempo o se è troppo difficile ottenerle…o se ci sono altri motivi per cui i dati non sono disponibili, non saprei», ha aggiunto.
Ancora da chiarire la trasmissione del virus dagli animali all’uomo
Anche Peter Ben Embarek, il capo della missione di esperti dell’Oms, che in un’intervista all’Afp nei giorni scorsi aveva espresso la sua frustrazione per la mancanza di accesso ai dati grezzi, intervenendo in conferenza stampa a Ginevra ha dichiarato che la missione ha avuto «successo in molti modi» anche se «siamo ancora lontani dal capire l’origine e identificare le specie animali e le vie da cui il virus potrebbe essere arrivato all’uomo a dicembre». Un concetto che aveva ribadito anche durante la conferenza stampa al termine della missione, quando aveva escluso che il virus avesse potuto originare in un laboratorio.
Secondo Embarek grazie alla missione a Wuhan gli scienziati avrebbero compreso meglio «il ruolo dei frutti di mare nella propagazione del virus e per risalire a fornitori di diversi prodotti di animali selvatici», ma sarebbe ancora da chiarire il ruolo di animali intermediari nella trasmissione all’uomo. Nel frattempo, è attesa per la prossima settimana la pubblicazione di un rapporto finale di sintesi a cui dovrebbe seguire il rapporto finale completo.
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