Coronavirus, la variante inglese è almeno nell’88% dei territori italiani. L’Iss: «Innalzare le misure in tutto il Paese» – L’indagine
La variante inglese VOC 202012/01 è molto più diffusa di quanto si potesse immaginare fino a qualche giorno fa. Lo rivela, nero su bianco, il primo rapporto dell’Istituto superiore di sanità sul tema, secondo il quale la variante in questione è stata individuata nell’88 per cento delle Regioni italiane prese in esame. L’indagine è stata condotta lo scorso 4 e 5 febbraio sui tamponi risultati positivi al Coronavirus in 16 Regioni e Province autonome, da Nord a Sud del nostro Paese. «Le stime di prevalenza regionale risultano molto diversificate, con stime comprese tra 0 per cento e 59 per cento – rileva l’Iss -. La prevalenza nazionale è pari al 17,8 per cento».
Nella relazione tecnica, l’Iss evidenzia la necessità di ricorrere nel più breve tempo possibile a contromisure che possano contenere la rapida diffusione della variante britannica. «Considerata la circolazione nelle diverse aree del paese – si legge nel documento, in versione integrale in coda a questo articolo – si raccomanda di intervenire al fine di contenere e rallentare la diffusione della variante VOC 202012/0, rafforzando/innalzando le misure in tutto il paese e modulandole ulteriormente laddove più elevata è la circolazione, inibendo in ogni caso ulteriori rilasci delle attuali misure in atto».
Analizzati i dati provenienti da 82 laboratori
In particolare, sono tre le regioni che non hanno ancora partecipato all’indagine e i cui dati sono rimasti fuori dal computo. Nei prossimi giorni, assicura l’istituto, saranno disponibili i dati provenienti da tutta la nazione e allora sarà possibile colmare il gap. Per il momento sono stati raccolti e analizzati i dati provenienti da 82 laboratori diversi. Su 3.984 casi con infezione da virus SARS-CoV-2 confermata, «sono stati effettuati 852 sequenziamenti del gene S o sequenziamenti in NGS. Di questi, 495 infezioni sono risultate riconducibili a virus SARS-CoV-2 variante VOC 202012/01», si apprende dallo studio.
L’Iss ipotizza dunque che nelle prossime settimane la variante inglese diventerà «dominante nello scenario italiano ed europeo». Ecco perché diventa ancora più urgente velocizzare il processo di vaccinazione della popolazione: «Nel contesto italiano, in cui la vaccinazione delle categorie di popolazione più fragile sta procedendo rapidamente ma non ha ancora raggiunto coperture sufficienti – si legge nell’indagine – la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante se non vengono adottate misure di mitigazione adeguata».
Il documento dell’Iss
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