Il primo scontro tra ministri è sullo sci. Garavaglia attacca Speranza: «Nessun rispetto per gli operatori della montagna»
Subito dopo la firma del ministro della Salute Roberto Speranza sul provvedimento di proroga dello stop delle attività sciistiche fino al 5 marzo, la tensione tra le parti coinvolte è esplosa. Gli operatori del settore speravano nella riapertura, nonostante il parere negativo del Cts. Arrivata la notizia dell’ulteriore stop alle piste da sci, le Regioni sono andate su tutte le furie e i neoministri leghisti dello Sviluppo economico e del Turismo Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia hanno alzato la voce per chiedere indennizzi adeguati.
La questione dello stop agli impianti sciistici diventa così la prima vera controversia tra ministri nel governo Draghi. «C’è stato un danno per una scelta del governo e i danni vanno indennizzati», ha detto Garavaglia. «La montagna è stata dimenticata, non è arrivato nulla se non qualche briciola», ha proseguito riferendosi all’operato dell’esperienza di governo appena conclusa. Parole che sono arrivate alla fine di un incontro con gli operatori della montagna, con i presidenti di Lombardia e Piemonte Attilio Fontana e Alberto Cirio, e con la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini.
«Per ripartire – è la ricetta del neoministro – servono due cose fondamentali: programmazione (finalmente), non si può sapere il giorno prima cosa si fa il giorno dopo; e poi lavorare per mantenere la competitività del nostro sistema montagna. Quindi bisogna usare i soldi del Recovery (750 miliardi ndr) per fare investimenti mirati, per ripartire alla grande come la nostra montagna sa fare», ha proseguito Garavaglia, sottolineando che ormai, arrivati a metà febbraio, «è evidente che la stagione è finita».
La stoccata sui ristori
Parlando dell’ordinanza di Speranza, Garavaglia ha detto che è «mancato il rispetto» per i lavoratori della montagna, che «invece del bonus monopattino» sarebbe stato «meglio parlare di incentivi per chi lavora in montagna». «Non si deve parlare di turismo, ma di industria del turismo», ha detto ancora Garavaglia. Rivendicando il fatto che a chiedere di riattivare il dicastero del Turismo sarebbe stato il leader leghista Matteo Salvini, e definendosi soddisfatto della scelta del premier Mario Draghi di accogliere la proposta. Poltrone a parte, Garavaglia ha fatto sapere di aver raccolto «già le prime istanze concrete» e di stare facendo pressione sugli indennizzi: «È importante che siano già inseriti nel decreto Ristori», ha puntualizzato. E poi l’ennesima stilettata al vecchio esecutivo: «Non esiste che si debbano aspettare 60 giorni, queste cose non devono più succedere».
Speranza: «No a polemiche»
A stretto giro, è arrivato il commento del Pd, attraverso le parole di Franco Mirabelli, vicepresidente dei senatori: «Qualcuno informi il ministro Garavaglia che il governo è cambiato e che la Lega è al governo e il loro compito è aiutare a trovare soluzioni non certo agitare i problemi o provare a prendersi meriti che, quando ci saranno, saranno dell’intero governo. La strada di incassare i vantaggi dell’azione di governo scaricando sugli altri le responsabilità non porta lontano e non aiuta né la Lombardia né il Paese». Sulla questione è intervenuto anche lo stesso Speranza: «Mai fatto polemiche in questi mesi. E non ne faccio ora. Dico solo che la difesa del diritto alla salute viene prima di tutto», ha commentato il ministro.
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