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I numeri in chiaro, Sebastiani: «Per arginare le varianti servono lockdown mirati come a Natale. E le scuole vanno chiuse subito» – Il video

15 Febbraio 2021 - 21:08 Davide Gangale
Secondo le analisi del matematico del Cnr, gli ingressi in terapia intensiva sono in crescita da tre settimane. L'aumento per ora è lineare, ma bisogna giocare d'anticipo

Lockdown mirati nelle regioni o province più colpite del tipo di quello vissuto tra Natale e l’Epifania e la chiusura immediata delle scuole a livello nazionale. Sono queste le due misure che, secondo il professor Giovanni Sebastiani, matematico del Cnr, servirebbero in Italia per consentirci di bloccare la diffusione delle varianti Covid, raggiungere un tasso di positività del 3% e far ripartire un sistema efficace di tracciamento dei contatti che ci permetterebbe di avere successivamente misure restrittive più blande con vantaggi di tipo economico e sociale.

«Se guardiamo la percentuale di positivi al Coronavirus sui tamponi molecolari, questa da poco più di tre settimane è stabile», ha spiegato il professore alla rubrica Numeri in chiaro di Open. La curva teorica, depurata cioè dalle oscillazioni giornaliere, «è piatta e segna un valore attorno all’8%». Quella dei decessi segna un decremento del 16% negli ultimi 10 giorni, ma il numero delle vittime è sempre alto, con una media quotidiana di 330 morti nell’ultima settimana.

Per quanto riguarda invece gli ingressi in terapia intensiva, la tendenza è differente: «Da tre settimane sono in aumento a livello nazionale», spiega infatti Sebastiani. E a livello territoriale è possibile identificare due blocchi di regioni in cui la situazione è particolarmente peggiorata. Da una parte le province autonome di Trento e Bolzano, dall’altra quel pezzo d’Italia che comprende Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Campania e Basilicata.

«Gli ingressi in rianimazione sono aumentati in queste regioni e province autonome in modo significativo», avverte Sebastiani, «con un minimo del 14% e una punta massima del 58% in Toscana» in media a settimana. L’esistenza stessa di questi due blocchi di regioni contigue ci dice che «dobbiamo limitare al minimo i flussi tra regioni confinanti». Mentre nelle singole Regioni interessate dall’aumento, occorrerebbero restrizioni alla mobilità «anche a livello provinciale».

Fortunatamente parliamo di aumenti lineari, non esponenziali. Ma per Sebastiani bisogna giocare d’anticipo, soprattutto rispetto alle varianti Covid. «Sembra anche che le scuole abbiano un impatto, aumenta il numero di scuole dove ci sono casi positivi. E contrariamente al passato, quando sembrava che la fascia d’età fino agli 11 anni non trasmettesse l’infezione, adesso invece sembra che per le varianti siano coinvolti anche i più piccoli. Quindi per me le scuole andrebbero chiuse subito».

Accanto a questo provvedimento, ce ne vorrebbe un altro: lockdown mirati nelle regioni o province più colpite sul modello di quello che abbiamo già vissuto tra Natale e l’Epifania. «Oggi siamo all’8% come tasso di positività sui tamponi molecolari, ma a inizio gennaio eravamo al 13%. Siamo scesi grazie alle restrizioni durante le festività. Io auspico che vengano reintrodotte misure simili per entità e durata, circa 14 giorni. Perché così, se siamo bravi a circoscrivere le zone in cui circolano le varianti, è molto probabile che riusciremo ad arrivare a un tasso di positività del 3%. Sarebbe una situazione completamente diversa, perché allora potremmo fare in modo efficace il tracciamento dei contatti a rischio che ci permetterebbe di avere successivamente misure restrittive più blande con vantaggi di tipo economico e sociale».

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