Coronavirus, Mattarella: «Riconoscenza verso medici e infermieri. Investire sulla sanità per tutelare tutti»
«Il nostro sistema sanitario nazionale, pur tra le tante difficoltà, sta fronteggiando una prova senza precedenti e si dimostra più che mai un patrimonio da preservare e su cui investire, a tutela dell’intera collettività. Per queste ragioni rivolgo, a nome di tutti gli italiani, un saluto riconoscente a tutto il personale sanitario ed esprimo commossa vicinanza ai familiari dei caduti per la salvaguardia della salute di tutti noi». Queste le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, Filippo Anelli, in occasione della prima Giornata nazionale del personale sanitario.
Cosa ha detto il Capo dello Stato
Quella di oggi – spiega il Capo dello Stato – è «un’importante occasione per rinnovare la più profonda riconoscenza del Paese verso tutti coloro che con professionalità e abnegazione si sono trovati, e tuttora si trovano, in prima linea nel fronteggiare l’emergenza pandemica che, a distanza di poco più di un anno dalla sua comparsa, ancora ci affligge». «Fin dall’inizio della diffusione del virus – continua – il personale sanitario si è dimostrato all’altezza di una minaccia di così vasta portata, impegnandosi al meglio, con tutti gli strumenti a disposizione, al fine di evitare che l’epidemia precipitasse in una catastrofe irreversibile».
«È Stato un impegno contrassegnato da difficoltà e sofferenze: moltissimi operatori hanno contratto il virus e tante sono le vittime che abbiamo dovuto piangere tra medici e infermieri. Soprattutto a loro va dedicata questa giornata» continua. Ad oggi, infatti, sono 325 i medici morti per Covid nel nostro Paese.
«Ricucire le lacerazioni per un domani migliore»
Poi, in un messaggio al presidente nazionale delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (ACLI), aggiunge: «Il prolungarsi della pandemia produce drammatiche conseguenze, segnando di dolori e lutti le nostre comunità e innescando una crisi economica e sociale di grave portata. Antichi squilibri sono aumentati, nuove fratture si sono prodotte. È necessaria un’azione coraggiosa per ricucire quel che si è lacerato e per rinnovare ciò che è utile a costruire un domani migliore».
«Insieme alle istituzioni, tutti i corpi intermedi e il terzo settore, espressione della società civile, sono chiamati a partecipare alla sfida di una vera e propria rinascita, che ponga la dignità della persona e l’affermazione dell’eguaglianza dei diritti e delle opportunità al centro delle iniziative, come detta la Costituzione. Per assicurare prospettive di un futuro positivo alle generazioni più giovani».
Foto in copertina: ANSA/UFFICIO STAMPA QUIRINALE/FRANCESCO AMMENDOLA
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