Crisi nel M5s, Di Battista: «Non guiderò il fronte dei dissidenti. Sbagliate le espulsioni»
«Non credo in questo governo perché è un’accozzaglia indecorosa e pericolosa». Alessandro Di Battista ha parlato nell’attesa diretta su Instagram di oggi, 20 febbraio, arrivata nove giorni dopo aver annunciato la sua rottura (forse temporanea) con il Movimento 5 Stelle. Il volto storico dei grillini ha risposto ad alcune domande raccolte dai suoi sostenitori riguardo alla nascita del nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi, da lui fortemente ostacolato, che ha causato la rottura con il M5s. «Non potevo supportare un governo con Silvio Berlusconi, che, come testimoniato dalla sentenza di Dell’Utri e dalle indagini dell’inchiesta Stato-Mafia, ha pagato la mafia anche da presidente del consiglio».
«La crisi di governo è stata una congiura messa in atto da una serie di poteri, e sono convinto che c’entri Gianni Letta», ha detto Di Battista, che ha ribadito di non fidarsi di Matteo Salvini e di Forza Italia. L’ex grillino si è detto anche contrario alle espulsioni dei dissidenti dal Movimento, negando di voler trainare un’opposizione interna al Movimento. Al contrario di quanto affermato da Luigi Di Maio nei giorni dell’appoggio al governo Draghi, per Di Battista non ci saranno margini per il M5s di decidere come spendere i fondi del Recovery Fund. Cosa farà ora? «Voglio fare il mio mestiere, che è quello di scrivere libri e reportage. Non voglio un posto in parlamento, né gestire correnti, che sono cose da partiti e non da movimenti. A chi è stato espulso, ho consigliato di fare ricorso per essere riammessi».
Al via le espulsioni
Proprio sul fronte espulsioni, intanto, il Collegio dei probiviri ha comunicato di avere «deciso a maggioranza dei suoi componenti di applicare quanto automaticamente previsto dallo Statuto in caso di espulsione dal gruppo parlamentare e procederà già da oggi con l’apertura dei procedimenti nei confronti dei parlamentari a cui è stata comunicata l’espulsione, da parte dei capigruppo di Camera e Senato, in seguito al voto di fiducia sul governo degli scorsi giorni».
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