Stop alla vendita delle mascherine U-Mask. L’azienda sul piede di guerra: «Esterrefatti, non fanno male alla salute»
Basta andare in giro per vedere. Migliaia di persone indossano le mascherine U-Mask che spopolano non solo tra vip e politici ma anche tra comuni cittadini. Belle, colorate e alla moda. Ma sono davvero sicure? Secondo il ministero della Salute no visto che ieri, 19 febbraio, ha vietato la vendita delle mascherine U-Mask Model 2 disponendo il ritiro dal commercio. La segnalazione è arrivata dai carabinieri del Nas di Trento secondo cui si tratterebbe di «dispositivi medici in base a certificazione di un laboratorio “privo di autorizzazione”». Per il ministero, dunque, ci sarebbero «potenziali rilevanti rischi per la salute» che vengono dalla mancanza «di un regolare processo valutativo». Una decisione che U-Mask respinge in toto con un comunicato durissimo in cui si dicono «esterrefatti», contestano il provvedimento del ministero e annunciano «nuove certificazioni di analisi». Insomma, la “guerra” sembra essere appena cominciata. L’azienda ha 5 giorni per ritirare i prodotti dal mercato. A sue spese.
Pronte nuove certificazioni di analisi
«Siamo esterrefatti dal provvedimento cautelare annunciato ieri dal ministero della Salute riguardo U-Mask. Contestiamo radicalmente il provvedimento e ci difenderemo nelle sedi opportune», dicono. Tra l’altro, lunedì 22 febbraio presenteranno alle Autorità «nuove certificazioni di analisi, eseguite da uno dei pochissimi laboratori accreditati Accredia: i risultati dei test confermano una capacità di filtrazione batterica (BFE) in entrambi i sensi superiore al 99%».
Le critiche (e le analisi) di Altroconsumo
U-Mask, poi, segnala come Altroconsumo, associazione a difesa dei consumatori, abbia pubblicato un «test autonomo» che confermava la sicurezza del loro prodotto al 98%. Vero, ma sempre Altroconsumo ha bacchettato duramente U-Mask: «Da criticare la comunicazione dell’azienda che potrebbe far pensare che questa mascherina abbia un’efficacia filtrante superiore a quelle di una mascherina chirurgica, pur essendo registrata come tale». Non una promozione a pieni titoli, dunque. Sembrerebbe trattarsi più che altro di una mascherina che, nonostante il costo di 33,60 euro, abbia le caratteristiche di una comune mascherina chirurgica, almeno secondo le analisi dell’associazione dei consumatori. «Il produttore ha spinto in maniera un po’ troppo spregiudicata sulle caratteristiche innovative di questa maschera. Giocando su immagini e parole mutuate dalla scienza, ha dato la sensazione a molti consumatori che la U-Mask abbia delle qualità speciali e in qualche modo superiori», aggiungono da Altroconsumo.
Video realizzato da Luca Covino per OPEN
«Prodotto sicuro e a norma»
«Ribadiamo che U-Mask è un prodotto sicuro, non nuoce in alcun modo alla salute e risponde in pieno alle caratteristiche qualitative e alle norme di legge per cui è stata registrata. Difenderemo in ogni sede la qualità dei nostri prodotti, la reputazione e l’operato della nostra azienda, certi delle nostre ragioni e della trasparenza della nostra condotta» concludono da U-Mask. Intanto, come vi mostriamo in questa immagine, alcuni modelli risultano essere già sold-out. Resta da capire se per effetto del provvedimento dell’Autorità (che ha chiesto il ritiro dal mercato) o se sono andate letteralmente a ruba, nonostante il clamore mediatico degli ultimi giorni. È bene ricordare che Striscia la notizia si è occupata della vicenda già a dicembre 2020. Secondo il Tg satirico si tratterebbe di una mascherina «le cui prestazioni sono paragonate dall’azienda che la produce a quelle di dispositivi di protezione individuale (Ffp2 o Ffp3) ma che avrebbe, in realtà, una capacità di filtrazione sotto la soglia prevista per legge e inferiore anche a quella di una comune chirurgica da 50 centesimi».
L’inchiesta
Intanto a Milano si continua a indagare per frode nell’esercizio del commercio. La procura vuole vederci chiaro: per questo motivo sono stati sequestrati 15 campioni così da verificare nel più breve tempo possibile il filtraggio delle U-Mask (che dovrebbero proteggere per circa 200 ore di «utilizzo effettivo»). L’azienda è anche al centro di un’istruttoria dell’Antitrust per pubblicità ingannevole.
Foto in copertina dal sito ufficiale di U-Mask
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