Coronavirus, Giovanni Toti: «Un nuovo lockdown? Una prudenza che sconfina nel terrorismo»
Le varianti del Covid preoccupano il governo al punto che la parola lockdown, da qualche giorno, non è più un tabù. C’è chi ipotizza una zona arancione in tutta Italia e chi, invece, parla di una serrata totale. Ipotesi che terrorizzano il presidente della Liguria Giovanni Toti secondo cui la troppa prudenza rischia di «sconfinare nel terrorismo». La soluzione? Scelte su «base provinciale».
Ieri, 20 febbraio, si è tenuta anche la Conferenza delle Regioni a cui Toti ha partecipato non solo come governatore ma anche come vicepresidente. In quell’incontro, però, non si è raggiunto alcun accordo. «Non tutti – dice Toti al Corriere della Sera – sono d’accordo sull’ipotesi di un’Italia arancione». Tra questi Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia.
La riapertura di ristoranti, palestre e teatri
Toti da una parte promuove il sistema a colori, dall’altra chiede delle modifiche sostanziali come la riapertura serale dei ristoranti nelle zone gialle dove – sostiene lui – servirebbe «un alleggerimento». «Perché i ristoratori non possono scegliere se aprire a pranzo o a cena? Palestre, piscine, cinema, teatri vanno riaperti. A fronte di regole ben precise, prevedendo un numero ben limitato di utenti ma sarebbe un segnale importante per il Paese».
«Mi aspetto che questo esecutivo – continua – stracci per sempre l’inconscio pregiudizio culturale nei confronti del terziario, un settore che è stato massacrato. Vorrei non sentire più che si può anche fare a meno di una pizza o di un gelato, invece, vorrei sentire che una pizza, un gelato, una birra danno da vivere a diverse famiglie». Le zone arancioni e rosse, secondo il governatore ligure, «andrebbero individuate su base provinciale e comunale. E bisognerebbe rivedere i parametri di valutazione».
L’incubo lockdown
Sul lockdown, richiesto dall’Istituto superiore di Sanità, Toti non ha dubbi: «Mi sembra una prudenza che sconfina nel terrorismo anche televisivo, con tanti esperti che potrebbero fare di più e parlare di meno. Il Paese sta subendo una desertificazione economica e sociale per la quale pagheremo un prezzo altissimo». Sulle nuove varianti resta cauto: «Non ci sono prove che siano più pericolose. E comunque, forse dovremo affrontare ancora momenti difficili, ma perché fasciarsi la testa prima di essersela rotta?».
La soluzione, secondo il governatore della Liguria, resta quella di vaccinare tutti il prima possibile. Primo obiettivo: garantire il vaccino agli over 75 entro maggio. «Multiple» le responsabilità sui ritardi dei vaccini: «Non mi sembra che la via della Commissione europea ci stia dando buoni frutti. Forse dovremmo agire individualmente come nazione», conclude.
Foto in copertina: ANSA/FABIO FRUSTACI
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