M5s, Giarrusso conferma le voci: «Mi candido per il direttorio». Tutti i nomi che circolano per la guida del partito
Dino Giarrusso tenta una nuova scalata all’interno del Movimento Cinque Stelle, candidandosi al direttorio. Dopo l’elezione a eurodeputato – preceduta da un paio di flop, come quello di detective dei concorsi truccati – l’ex Iena cerca di farsi strada ai vertici del partito «per unire, ricucire, valorizzare gli attivisti». Il suo nome circolava già da un paio di giorni, ma i meglio informati parlavano di rischio a non potersi candidare per la storia dei finanziamenti in campagna elettorale che lo ha visto protagonista qualche mese fa. «Oggi più che mai serve unità, occorre tenere insieme la forza rivoluzionaria che abbiamo sempre avuto, ha detto nel corso di un’intervista a Repubblica. E ha poi aggiunto: «Le diverse anime del M5s possono convivere. Le divisioni vanificano il nostro lavoro e la danno vinta a Matteo Renzi che aveva questo obiettivo come prioritario, oltre a far fuori Giuseppe Conte».
«Draghi? Rispettare scelta su Rousseau»
Quanto all’elezione di Mario Draghi e alle successive espulsioni all’interno del partito, Giarrusso si è detto «dispiaciuto». Ma anche «consapevole del fatto che dobbiamo rispettare il voto su Rousseau. Se siamo arrivati a questo punto dobbiamo riflettere sul perché. Ci siamo disuniti e non abbiamo gestito le diverse posizioni. Non credo ci sia un responsabile unico. Dovevamo evitare tutta questa conflittualità».
«La parola ‘mai’ su Draghi è stata usata con troppa celerità, sì – ha spiegato – che Beppe Grillo abbia cambiato il panorama mi pare evidente, è stato decisivo, ma ricordo che senza di lui nessuno di noi sarebbe qua». Il fronte con Pd e sinistra è il futuro del M5s? «L’importante è non annacquarsi in altre forze politiche ma portare loro ad accettare i nostri temi. In questo Conte è ideale per realizzare il nostro programma. Non so formalmente che ruolo potrebbe avere, non è iscritto al M5s, ma politicamente spero resti una guida per noi».
Gli altri candidati al direttorio
Oltre all’eurodeputato, sono almeno tre i nomi in lizza per l’elezione nel comitato direttivo. Il primo è quello di Luigi Di Maio, già ministro degli Esteri che a breve potrebbe sciogliere la riserva sulla sua candidatura, come confermato dal Corriere della Sera. In coda, l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, volto molto ben voluto dalla base Cinque Stelle. A seguire, la vicepresidente di Palazzo Madama Paola Taverna: anche su di lei, come per Giarrusso, aleggia l’impossibilità della candidatura per via della questione delle indennità di carica percepite. I rumor parlano anche di Danilo Toninelli, mentre Barbara Lezzi ha rotto gli indugi e annunciato che intende correre nonostante l’espulsione. E a sorpresa, nel caso Beppe Grillo cambiasse le regole imposte dal comitato di garanzia M5s, potrebbe entrare in scena una nuova figura in odor di elezione per il direttorio: l’ex premier Giuseppe Conte.
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