Napoli, fanghi sversati in mare da impianti di depurazione: 16 arresti, indagati anche poliziotti – Il video
Nessun rispetto per l’ambiente e fanghi sversati in mare da due impianti di depurazione alla faccia della legge. Questo è quanto scoperto da un’indagine coordinata dalla Dda di Napoli che ha arrestato 16 persone (tutte ai domiciliari, tranne 3 di loro). Quello che emerge fa paura: ogni giorno sarebbe stato sversato, da Acerra e Marcianise, un “cassone” di fanghi, come scrive Il Mattino. Tra gli indagati anche esponenti della polizia. L’accusa, a vario titolo, è di corruzione, riciclaggio, inquinamento ambientale, emissione di fatture per operazioni inesistenti e trasferimento fraudolento di valori. Rivenuta persino una somma di denaro talmente ingente da essere trasportata con un carrello.
Finiscono nell’inchiesta poliziotti e imprenditori
La questura e la guardia di finanza hanno intercettato Luigi Riccardi ed Enrico Foglia, due coordinatori degli impianti, che, durante un colloquio tenutosi nel 2018, commentando un episodio di sversamento abusivo, dicevano: «No, Enrico, sai qual è la cosa brutta? Da febbraio ad oggi sono stati buttati i fanghi a mare». Circostanze agghiaccianti che emergono da un’inchiesta sulla gestione degli impianti di depurazione sotto il controllo della Sma, società partecipata da Regione Campania.
Tra gli indagati, oltre a componenti della criminalità organizzata, imprenditori e diversi amministratori pubblici della Sma Campania, come Lorenzo Di Domenico, direttore generale “pro tempore” della Sma, anche esponenti della polizia dei reparti di polizia giudiziaria o presso il commissario di Ponticelli come Vittorio Porcini (ai domiciliari), sostituto commissario a Ponticelli, accusato di rivelazione di segreto in favore di Abbate, persona ritenuta vicino alla criminalità locale in cambio di presunti favori. Gli altri militari sono Domenico Boenzi e Sabatino Domenico, ai quale è stata comminata una sospensione semestrale dell’esercizio della funzione pubblica.
Il fiume di denaro in contanti
Un’ingente quantità di denaro in contante, suddivisa in pacchetti, sta mettendo in difficoltà le operazioni di conteggio: i militari l’hanno trovata nell’abitazione dell’imprenditore Salvatore Abbate, per il quale il gip di Napoli Vincenzo Caputo ha disposto il carcere. L’imprenditore, secondo l’accusa, aveva a sua disposizione anche rappresentanti delle forze dell’ordine che, in cambio di denaro, lo tutelavano informandolo sulle indagini.
Gli arrestati
Così agli arresti finiscono Salvatore Abbate, Salvatore Tedesco e Giuseppe Savino mentre ai domiciliari Rolando Abbate e Cristina Abate, ma anche Agostino Chiatto, Lorenzo Di Domenico, Errico Foglia, Michele Furino, Abramo Maione, Vittorio Porcini, Giacomo Perna, Luigi Riccardi, Vincenzo Riccardi, Lucio Varriale e Giuseppe Auletta. Sospesi per sei mesi, invece, Domenico Boenzi e Domenico Sabatino.
Video: Guardia di Finanza
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