La Lega punta alla guida delle Regioni: Bonaccini in bilico, prende quota il nome di Zaia
Stefano Bonaccini, il governatore dem dell’Emilia Romagna, potrebbe perdere la carica da presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. A prendere il suo posto, in questo scenario, sarebbe il presidente del Veneto Luca Zaia. Secondo il regolamento della Conferenza, il presidente e il suo vice, vengono eletti all’unanimità «per cinque anni e durano in carica sino alla seduta dell’Assemblea convocata per l’elezione del nuovo Presidente», (si legge nell’art. 5 com. 2).
Il passaggio di consegne tra Chiamparino e Bonaccini
Bonaccini, succeduto all’ex presidente piemontese Sergio Chiamparino, ricopre l’incarico nella Conferenza ormai dal 2015, il mandato sarebbe dovuto, quindi, terminare un anno fa. Considerata l’emergenza sociale e sanitaria provocata dalla pandemia di Coronavirus si è deciso, senza troppe polemiche o peripezie interne, di posticipare la nuova elezione per la presidenza. Sono diversi mesi, in realtà, che alcuni partiti chiedono un cambio di passo e, considerato il fatto che la maggior parte delle regioni è governata proprio dalla coalizione di centrodestra, la soluzione sembrerebbe scontata.
La Lega spinge: «Giusto pensare a una nuova presidenza»
«Governiamo in 14 Regioni – sottolinea un esponente leghista – credo sia anche giusto pensare, ora che stiamo nella maggioranza del nuovo governo, a una nuova presidenza della Conferenza delle Regioni». Il nome che si fa largo, come possibile successore di Bonaccini, è quello di Zaia, governatore leghista rieletto, nella sua regione, lo scorso settembre, con un consenso quasi plebiscitario. Al momento però non ci sarebbe, all’ordine del giorno dell’Assemblea, nessuna richiesta di votazione e la questione potrebbe essere ancora posticipata, vista anche la nuova comunanza di idee sulla gestione della pandemia mostrata tra Bonaccini e Salvini in merito alla riapertura serale dei ristoranti.
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