Coronavirus, sei Regioni rischiano di passare in zona arancione dal 1° marzo. Pistoia e Siena in lockdown
Sono sei le Regioni che dalla prossima settimana rischiano di passare dalla fascia gialla a quella arancione a causa dell’aumento dei contagi da Covid-19. In primis il Piemonte, che anche oggi, 25 febbraio ha registrato un numero elevato di nuovi contagi (1.454); in bilico ci sono poi Lazio, Lombardia, Marche, Puglia e Basilicata. L’ordinanza per il cambio di colore entrerà in vigore il lunedì – in questo caso il 1° marzo – e non più la domenica, come stabilito dai ministri Roberto Speranza e Mariastella Gelmini.
Pistoia e Siena in rosso
«La provincia di Pistoia diventerà zona rossa da sabato. Ho appena finito una riunione» col governatore Eugenio Giani, «con cui, sentita la Asl, è stata concordata questa misura a livello provinciale». A dirlo su Facebook è il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi: «Sarà firmata un’ordinanza regionale con durata fino 7 marzo», dice. «Ci sono Comuni con un’incidenza di casi particolarmente alta. Lo abbiamo sempre detto: i provvedimenti» su «singoli territori, i provvedimenti ‘spot’, sono poco efficaci. Il dato provinciale è alto rispetto a quello della media regionale. Da qui l’estensione della zona rossa a livello di provincia».
Vanno in lockdown dal 27 febbraio al 7 marzo anche Siena e provincia. A confermarlo è lo stesso governatore toscano dopo una riunione con le rispettive Asl e con i sindaci delle due città capoluogo di provincia. In Toscana è zona rossa per nove giorni anche Cecina, nel Livornese, in base a un’ordinanza firmata ieri da Giani.
Bologna in zona arancione scuro
In questo contesto, non sono escluse nelle singole Regioni misure localizzate su alcuni comuni o province che potrebbero passare al cosiddetto arancione rafforzato, con l’istituzione di misure ancora più severe per il contenimento del contagio. E’ il caso di Bologna, per esempio, dove domattina sarà firmata l’ordinanza della Regione. Il provvedimento decorrerà da lunedì 1° marzo per le scuole e dal 27 febbraio per tutte le altre misure previste. Stop agli spostamenti, anche nel Comune, se non per comprovati motivi, la didattica passa tutta a distanza sul modello della zona rossa, con l’eccezione dei servizi educativi 0-3 e le scuole d’infanzia. Non vengono invece sospese le attività economiche, nei limiti delle regole consentite in fascia arancione, comprese quelle per i servizi alla persona.
A giocare un ruolo di primo piano nel peggioramento della curva epidemica a livello nazionale, il diffondersi delle varianti Covid. Come riportato da la Repubblica, la fondazione Bruno Kessler di Trento ritiene che tra due settimane quella “inglese” sarà prevalente. Adesso rappresenta circa il 40% dei casi, con un tasso di contagio superiore del 36%, «pur con un ampio range di incertezza compreso tra il 18-60% sulla base dei dati delle due indagini condotte per determinare la prevalenza della variante nelle Regioni», ha scritto il Cts martedì.
La mappa delle zone a rischio in Europa
In attesa delle nuove zone in Italia, è stata aggiornata la mappa del Centro europeo per la prevenzione e il contagio delle malattie (Ecdc). Qui la Sicilia si aggiunge a Sardegna e Valle d’Aosta come regione arancione, mentre l’Umbria e le province autonome di Trento e di Bolzano sono ad alta incidenza di contagi da Covid-19 e quindi colorate in rosso. Nel resto d’Europa la situazione migliora in Spagna e Portogallo e peggiora nelle regioni francesi al confine con il Belgio. Il rosso scuro continua a coprire il territorio sloveno al confine con l’Italia, la Repubblica Ceca e le aree limitrofe della Slovacchia e della Germania, Lettonia ed Estonia, alcune regioni della Svezia.
In copertina ANSA/FILIPPO VENEZIA | L’ospedale Maggiore a Cremona, 25 febbraio 2021.
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