Pd, Zingaretti: «Sulle donne abbiamo sbagliato, ma non siamo all’anno zero. Restiamo uniti per non implodere»
«Aggiorniamoci a lunedì». É questa la conclusione della direzione del Partito Democratico che si è tenuta questo pomeriggio, richiesta a gran voce soprattutto dalle donne dem dopo la “scarsa presenza” femminile nella compagine del governo Draghi. Il segretario Nicola Zingaretti ha aperto la direzione parlando della «necessità di unità per evitare di implodere», sottolineando che il Pd è tornato protagonista nella vita politica italiana nonostante «l’esigua forza parlamentare». Sulla questione femminile il segretario rivendica il suo operato: «Mi assumo tutta la responsabilità politica di aver condotto il Pd alle scelte fatte ma, allo stesso tempo rifiuto l’accusa di aver guidato un gruppo dirigente insensibile non attento al tema di genere», dice nel corso della sua relazione.
Parole che Cecilia D’Elia, presidente della conferenza delle donne dem, avrebbe sì apprezzato. Sottolineando, però, la necessità di svolta, puntando sui punti cardine della relazione della maggioranza delle donne dem: «Serve impegno del Pd e della sua squadra di Governo per l’attuazione e promozione delle politiche di genere nelle regioni e nei comuni, candidando magari anche donne al vertice delle amministrazioni comunali, sin dalle prossime elezioni amministrative», dice D’Elia.
February 25, 2021
La questione dei ruoli apicali del partito viene messa all’ordine del giorno dalle donne dem: «Serve attuare il principio della parità di genere nel partito – si legge nell’odg – nella delegazione di governo e nelle posizioni apicali. Oggi c’è un unico vicesegretario uomo e tutti i presidenti dei gruppi parlamentari uomini. Nel rispetto dell’autonomia dei gruppi parlamentari, il principio va applicato ovunque, a cominciare dalla nomina di una vicesegretaria donna». E si ipotizzerebbe quindi la possibilità di mutuare l’esperienza della guida duale del partito.
Madia: «Leadership femminile non significa una nuova corrente»
Anche la deputata Marianna Madia, intervenuta durante la direzione, ha ribadito la necessità di una leadership femminile che però non deve passare per i soliti schemi: «Leadership femminile non significa una nuova corrente – ha detto l’ex ministra – vuol dire assumersi la responsabilità di essere parte attiva di processi decisionali». Un partito rappresentato da soli uomini, «senza ricambio, rimane un partito statico, fuori dalla contemporaneità», per Madia incapace di leggere la complessità del mondo odierno. «Siamo donne autonome, purtroppo non tante all’interno del Pd – sottolinea la senatrice Monica Cirinnà alla fine della direzione – e per questo dobbiamo combattere in prima linea per la leadership. Agendo il conflitto fino in fondo, perché nulla ci verrà regalato».
Qualcosa è cambiato nella linea del segretario Pd?
Alcuni esponenti dem fanno notare che, con la richiesta del congresso, oggi Zingaretti ha “modificato” i toni: «Il segretario esce da un periodo di difficoltà ma non è un caso se oggi è tornato a parlare di vocazione maggioritaria e non di proporzionale e che, soprattutto, non ha mai nominato l’ex premier Conte», sottolinea un deputato Pd. Di certo la discussione all’interno del partito democratico sembra ancora lunga. E per avere una quadra bisognerà aspettare la seconda parte della direzione e l’assemblea convocata per il 13 e il 14 marzo.
In copertina Facebook | La relazione di Nicola Zingaretti alla direzione nazionale del Pd, in un fermo immagine tratto da Facebook, 25 febbraio 2021.
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