La disputa con i dissidenti agita il M5s: «Casaleggio contrario alle espulsioni. Sicuri che pagherà le cause?»
Movimento 5 Stelle alle prese con i dissidenti. Le mail dal collegio dei probiviri sono partite. Dopo la cacciata dai gruppi parlamentari stanno iniziando ad arrivare le comunicazioni dell’espulsione dal Movimento a chi ha votato contro il nuovo governo guidato da Mario Draghi, ma anche a chi si è astenuto. A dare per primo l’annuncio il deputato Alessio Villarosa che su Facebook ha scritto: «Ringrazio tutti gli amici che hanno voluto dimostrarmi affetto, non lo dimenticherò», dice l’ormai ex grillino che prosegue: «Escludermi da un ringraziamento cancellando il mio lavoro e i risultati portati a termine da dentro il governo in questi anni qualifica semplicemente chi lo ha fatto. Io volo alto come ho sempre fatto senza polemiche, non ne ho bisogno. Stamattina mi è arrivata la procedura di espulsione anche dal Movimento 5 stelle nazionale dopo aver ricevuto venerdì quel dal gruppo parlamentare M5s».
L’annuncio di Barbara Lezzi
Dopo quella a Villarosa arriva anche la comunicazione alla senatrice, grillina della prima ora, Barbara Lezzi: «È arrivata la mail da parte del collegio dei probiviri nella quale mi si comunica la sospensione dal M5S fino a quando non sarà conclusa tutta la procedura. Ho qualche giorno di tempo per presentare le mie controdeduzioni e lo farò puntualmente ripercorrendo tutte le fasi che mi hanno condotto alla scelta di votare No al governo Draghi. Conosco lo statuto in tutte le sue parti, conosco bene tutte le regole sottostanti alle diverse procedure e ho agito e agirò rispettando il tutto».
Alcuni deputati M5s, contattati da Open, fanno però notare che la questione non è così semplice da risolvere: «Dal Movimento stanno facendo i conti senza l’oste – dice una deputata grillina – Sicuramente procederanno con l’espulsione di tutti i dissidenti ma non hanno tenuto conto di fatti non secondari: in primis che Crimi è un capo politico non più in auge, senza leadership, e poi, soprattutto c’è la questione delle eventuali cause e di chi le pagherebbe».
Il dettaglio con cui, secondo fonti M5s, i vertici non starebbero facendo i conti sono proprio i soldi e la posizione di Davide Casaleggio: «I dissidenti faranno causa, questo è certo. Noi parlamentari, per sostenere il Movimento, diamo 300 euro al mese a Casaleggio anche per aiutare il gruppo in questi casi. Ora, – sottolinea una pentastellata – Davide si è mostrato più volte contrario a queste espulsioni in merito al No a Draghi, non penso che sarà quindi disposto a pagare cause in cui nemmeno crede. E ricordiamoci che è lui ad avere le “chiavi” della cassa».
Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere (Ludwig Wittgenstein)
Pubblicato da Beppe Grillo su Venerdì 26 febbraio 2021
Il messaggio enigmatico di Grillo
Da verificare anche quello che deciderà Beppe Grillo che oggi, in un post su Facebook, scrive: «Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere (Ludwig Wittgenstein)». Non fa riferimento alle espulsioni ma lancia, in maniera enigmatica, un messaggio ai suoi. Il garante sembrerebbe infatti non aver gradito la fuga di notizie sul vertice previsto domenica a Marina di Bibbona con lo stato maggiore M5s, vertice che ora rischia di saltare. La “pratica” per il futuro del Movimento, insomma, è lunga e l’esito piuttosto incerto, ma una cosa sembra ormai chiara: il M5s si sta sgretolando, e diversi sono gli esponenti che guardano ad altri partiti. Come, per esempio, le senatrici, ex grilline, Paola Nugnes e Elena Fattori, che hanno annunciato la loro adesione a Sinistra Italiana.
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