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L’ex M5s Villarosa: «I miei principi rimangono gli stessi. Conte? Non è detto che resti nel Movimento» – L’intervista

27 Febbraio 2021 - 10:51 Giulia Marrazzo
Il deputato, ormai ex grillino, parla della sua delusione e si dice incerto sul futuro: «Mi hanno chiamato da altri partiti ma i miei principi rimangono gli stessi. Conte? Non so se vorrà guidare il Movimento»

«Non mi interessa fare la guerra ai 5 stelle». Così Alessio Villarosa, già sottosegretario al Mef nel governo Conte I e Conte II, esponente pentastellato della prima ora, ha iniziato la telefonata. Villarosa fa parte di quell’area del Movimento 5 Stelle che si è detta contraria a dare il voto di fiducia al Governo di Mario Draghi. Proprio per questo, ieri mattina, dopo l’allontanamento dai gruppi parlamentari avvenuto la settimana scorsa, è arrivata la lettera dei probiviri con la procedura di espulsione dal Movimento stesso.

Il deputato, ormai ex 5 stelle, si sente ancora, però, di appartenere a quel Movimento a cui ha dedicato molto: «Non sarei mai uscito dal Movimento. I mie principi rimango gli stessi». Villarosa ha espresso anche una grande ammirazione per l’ex premier Giuseppe Conte ma su una sua possibile guida dei grillini si dice perplesso: «Conte è una figura eccezionale ma non so quanto sia interessato. Lo scopriremo nei prossimi giorni.»

Villarosa lei non ha votato contro il governo Draghi ma si è astenuto. Come mai? 

«Io mi sono astenuto per un motivo bene preciso. Avrei votato No volentieri, mi creda, ma non l’ho fatto. Astenendomi non sono andato, così, contro la votazione degli iscritti. Come vede, però, ho ricevuto ugualmente la lettera dove mi è stata comunicata l’espulsione dal gruppo parlamentare prima, e dal movimento dopo». 

La lettera cosa diceva? 

«È una classica lettera per la procedura di espulsione. Prevede un tempo di 10 giorni in cui si può procedere con i rilievi. Alla scadenza dei 10 giorni bisogna fornire le proprie controdeduzioni. Non so se procederò o meno, vediamo se mi muoverò per il ricorso, anche se dopo questo trattamento sinceramente ho qualche perplessità».

Prima di dare la fiducia a Draghi si è votato su Rousseau chiedendo agli iscritti di esprimersi. La votazione sulla piattaforma non era valida secondo lei? 

«Nonostante avessi votato no su Rousseau, in merito al neo governo Draghi, io e un gruppo di parlamentari, ritenevamo solamente che c’erano state delle violazioni sullo statuto». 

Per esempio? 

«Per dire: i tempi di preavviso di 48 ore, che non ci son stati, o la composizione del quesito fatta agli iscritti. Abbiamo chiesto agli organi ufficiali, che solitamente si occupano di queste tematiche, ma senza ricevere alcuna risposta. E poi c’è un dato da sottolineare». 

Quale?

«Quando chiedemmo agli iscritti di esprimersi sul governo con la Lega la votazione passò con il 90 % dei voti a favore, con il Pd oltre l’80 % , ora, sul governo Draghi, solo al 59 %. Quindi mi sono astenuto, non avendo ottenuto risposte, per evitare di esprimermi con una mia posizione personale, rischiando di andare contro la volontà degli iscritti».

C’è stata un po’ di polemica anche con la figura del capo politico Vito Crimi…

«È stata votata la modifica allo statuto. Ora il Movimento non avrà più  la figura del capo politico ma un organo direttivo. Crimi, quindi, sembrerebbe che non potesse espellerci. E nella lettera di espulsione, invece, c’è scritto: su “indicazione del capo politico”… ma se questo “capo” non esiste più, la richiesta di espulsione dal gruppo non sembra essere né lineare e né conforme alle regole…»

Si aspettava l’espulsione? 

«Crimi aveva annunciato che ci sarebbero state delle ripercussioni se non si fosse seguita la “linea”. Sapevo a cosa andavo incontro ma non immaginavo che alla fine prendessero questa decisione, anche in virtù del fatto che attualmente, come dicevo prima, non esiste alcun capo politico che potesse prenderla». 

Ha parlato con Crimi nelle ultime settimane? 

«Dai vertici non mi ha chiamato proprio nessuno. Ho avuto solo comunicazioni formali». 

Lei sarebbe mai uscito di sua spontanea volontà dal Movimento? 

«No, mai. Non avrei mai preso questa decisione». 

Ci sono stati parecchi endorsement per dare il voto di fiducia a Mario Draghi. Cosa ne pensa? 

«Tutti i vertici hanno fatto endorsement. All’inizio, se qualcuno del movimento avesse fatto una cosa del genere, su una votazione così importante, ci sarebbe stata l’espulsione diretta». 

Anche Conte si è espresso a favore. Lei come vede la figura dell’ex premier? Molti lo reclamano alla guida del Movimento. 

«È una figura eccezionale sotto vari punti di vista, sia professionale che umano quindi non può che portare bene ai 5 Stelle. Non so quanto lui sia però interessato, ma credo che lo scopriremo nei prossimi giorni». 

Pensa che l’ex premier abbia in mente di fondare una suo partito? 

«Tutto è possibile…»

Lei si sente ancora appartenente al Movimento o vede un altro futuro politico? 

«I miei principi sono sempre gli stessi di quando ho intrapreso questo percorso nelle istituzioni. Io miei valori e ideali rimangono, quindi, quelli del Movimento. Non so dirle dove mi vedo nel futuro ma continuerò a fare politica, a lavorare per i cittadini. Come sottosegretario mi sono adoperato per il superbonus o per il fondo per i risparmiatori truffati dalle banche. L’ho creato io e sta andando avanti. Per ora mi occuperò di questo».

L’hanno chiamata da altri partiti per entrare nella loro componente? 

«Sì mi hanno contatto altre parti politiche, ma non le dico quali…»

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