I numeri in chiaro. Maga: «Il virus rialza la testa. Ma non ha senso parlare di terza ondata» – Il video
Altri 192 decessi per Coronavirus in 24 ore, stando all’ultimo bollettino (ieri erano stati 280), il tasso di positività sul numero totale di tamponi che aumenta e la soglia di occupazione delle terapie intensive che si avvicina alla soglia massima. «L’epidemia sta rialzando la testa», riassume il direttore del laboratorio dell’istituto di Genetica Molecolare del Cnr di Pavia, Giovanni Maga. «È assolutamente necessario prendere tutte le misure per poter contenere questo nuovo aumento dei casi».
«Terza ondata? Sono oscillazioni artificiali»
Eppure Maga non vuole sentir parlare di “terza ondata”. «Personalmente non amo questa definizione – dichiara a Open -. Le oscillazioni che vediamo sono fondamentalmente il risultato delle nostre misure di prevenzione quindi sono rallentamenti, diciamo così, “artificiali”. Il virus continua a circolare nel momento in cui ci sono occasioni per far partire nuove catene di trasmissione e da ottimo parassita quale è non si fa mancare questa opportunità. L’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità ci dice che un numero maggiore di Regioni rispetto a due settimane fa hanno indici di occupazione sopra soglia o comunque molto vicini alla soglia di attenzione e questo è sicuramente un elemento di cui tenere conto».
La variante inglese
Rispetto alla cosiddetta variante inglese Maga è cautamente ottimista. «La variante probabilmente sostituirà gli altri ceppi circolanti, ma questo non significa necessariamente che ci sarà un’esplosione di casi se riusciremo a mantenere un adeguato livello di contenimento. Sappiamo anche che non colpisce in maniera specifica i bambini, come si era sentito dire qualche tempo fa. È assolutamente necessario continuare ad avere il massimo rigore nella prevenzione e molta prudenza perché se anche queste varianti non causano delle patologie più gravi si possono diffondere facilmente e aumentare in maniera significativa i casi di infezione».
Vaccini, dilazionare la somministrazione della seconda dose? «Ho qualche dubbio»
Il grande ostacolo è il tasso di vaccinazione, che ultimamente va avanti un po’ a rilento. Se Maga vede di buon occhio la suddivisione del Paese a zone – una strategia che segna una continuità tra il governo Conte II e il governo Draghi – dice di avere «qualche perplessità» rispetto alla proposta di seguire il modello inglese, dilazionando la somministrazione della seconda dose del vaccino. «Certamente c’è un intervallo di tempo in cui si può posticipare la seconda dose di vaccini come Pfizer e Moderna, ma è importante farlo soltanto sulla base di dati solidi, perché altrimenti il rischio è che le persone con la prima dose possano perdere un po’ dell’immunità acquisita e quindi rientrare in una categoria di rischio».
Essenziale è velocizzare le vaccinazioni «aumentando il più possibile il ritmo e rendendo più facile l’accesso moltiplicando i punti in cui vengono somministrati» in attesa del mese di marzo quando l’l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) potrebbe approvare il vaccino monouso Johnson&Johnson. Maga si dice fiducioso. «Sarà un ulteriore strumento per il controllo dell’epidemia – dichiara -. Come ho avuto modo già di dire altre volte, secondo me potrebbe essere una strategia vincente cercare di reperire dosi di vaccini approvati sul mercato internazionale laddove possono essere disponibili. Perché la priorità assoluta, ripeto, è vaccinare il maggior numero di persone possibili secondo i protocolli più efficaci».
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