Bonus baby sitter e congedo parentale: il governo pensa a nuovi aiuti per le famiglie con le scuole chiuse
Il governo Draghi pensa a nuovi aiuti per le famiglie con figli minori di 14 anni costretti a restare a casa perché le scuole sono chiuse a causa della pandemia da Coronavirus. Allo studio, in alternativa allo smart working, un congedo parentale con stipendio ridotto al 50% oppure una riedizione del bonus baby sitter introdotto durante la prima ondata. Secondo il Corriere della Sera, le misure saranno valide a prescindere dalla fascia di rischio in cui è collocata la regione dei richiedenti. L’unica condizione è che a livello locale sia in vigore la didattica a distanza (Dad) obbligatoria. La ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, ha chiarito che i bonus saranno retroattivi. In certe zone d’Italia, infatti, le scuole sono già state chiuse, mentre il decreto arriverà solo nei prossimi giorni. Chi sceglierà il congedo parentale potrà dunque recuperare l’indennità, mentre il bonus baby sitter potrà essere utilizzato per pagare le ore già lavorate.
Congedo e bonus non spettano a chi è in smart working
Il congedo parentale non spetta però a chi è in smart working. Potrà essere richiesto dai lavoratori dipendenti, pubblici o privati, con figli minori di 14 anni. Ma da un genitore per volta, non da entrambi nello stesso giorno. Per i giorni di congedo si ha diritto a un’indennità pari al 50% dello stipendio. Con figli che hanno più di 14 anni, il congedo resta comunque possibile, ma senza stipendio. In alternativa al congedo parentale si potrà chiedere il bonus baby sitter. Questa misura non riguarda solo i lavoratori dipendenti, ma anche gli autonomi. Durante la prima ondata il voucher valeva 600 euro al mese, e saliva per alcune categorie come medici e infermieri. Lo schema dovrebbe rimanere lo stesso. Per utilizzare il bonus sarà necessario registrarsi sul sito web dell’Inps.
Lavoro agile prorogato fino alla fine di aprile
Infine, per quanto riguarda lo smart working, per il momento è stato prorogato fino alla fine di aprile sia per il settore pubblico, sia per quello privato. La scadenza coincide con quella dello stato d’emergenza per la pandemia da Coronavirus. Per altri due mesi, quindi, sarà possibile lavorare da casa in modo automatico e senza accordo individuale. Ulteriori proroghe dipenderanno dall’andamento dei contagi e anche dalla durata della chiusura delle scuole.
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