In Veneto 603 nuovi casi e 5 decessi. Zaia: «L’Italia diventa arancione perché le scuole restano aperte»
![](https://static.open.online/wp-content/uploads/2021/01/zaia1-1280x720-1.png)
![](https://static.open.online/wp-content/uploads/2021/01/zaia1-1280x720-1.png)
Nelle ultime 24 ore in tutta la regione Veneto si sono registrati 603 positivi al Coronavirus. Su oltre 10 mila tamponi fatti, l’incidenza è arrivata al 5,7%, secondo l’ultimo bollettino regionale. Il numero totale dei ricoveri in ospedale di pazienti affetti da Coronavirus è 1.334. Di questi 1 195 si trovano in area non critica, mentre 139 in area critica. Il numero di pazienti in rianimazione è in crescita. Secondo il dottor Luciano Flor «Nell’ultima settimana il numero dei ricoverati in terapia intensiva è aumentato di una decina di malati». I decessi da ieri sono stati 5.
Il governatore veneto Luca Zaia ha spiegato che il numero maggiore di positivi, sia in Veneto che nel resto dell’Italia è legato soprattutto alla riapertura delle scuole: «L’Italia si sta colorando di arancione. Abbiamo un Rt che è salito perchè la presenza delle scuole aperte, le buone temperature e l’inizio delle vita sociale ha portato a un aumento di questo indice. Il primo fattore credo però sia proprio la riapertura delle scuole». E ancora: «Ovviamente i ragazzi non hanno colpe ma con gli istituti aperti c’è il rischio concreto che si sposti l’infezione da una famiglia all’altra. Sappiamo che chiudere la scuola è una sconfitta. Abbiamo l’obbligo di tenere i ragazzi in sicurezza».
Leggi anche:
- In Veneto i nuovi contagi sotto quota 1.000, 10 decessi in un giorno. Aumentano i ricoveri
- In Veneto 23 morti in 24 ore. I nuovi contagi restano sopra quota 1.000
- Coronavirus, in Veneto nuovo balzo dei contagi e 28 decessi in 24 ore. Zaia: «Sulla scuola si esprima il Cts»
- Coronavirus, in Veneto 21 decessi in 24 ore. Zaia: «Serve chiarezza dalla comunità scientifica sulle riaperture serali dei ristoranti»
- In Veneto 21 decessi e nuovo balzo dei contagi. Zaia: «Non sono un catastrofista, ma stiamo in guardia»