Dalla Dad in zona rossa alla riapertura dei musei: ecco cosa prevede il primo Dpcm del governo Draghi
I lavori di rifinitura del primo Dpcm dell’era Draghi sono durati più a lungo del previsto. Per segnare una discontinuità con il precedente esecutivo, il nuovo governo sperava di chiudere con maggiore anticipo la definizione delle norme di contrasto alla pandemia che entreranno in vigore, per un mese, a partire dal 6 marzo e fino al 6 aprile. Alla fine, il testo però è stato chiuso e le misure presentate nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato i ministri Roberto Speranza e Mariastella Gelmini. Ecco, di seguito, di cosa si tratta, punto per punto.
La chiusura delle scuole
Nelle zone rosse, dal 6 marzo tutte le scuole di ogni ordine e grado resteranno chiuse in automatico, comprese le scuole dell’infanzia ed elementari. «Resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali». Nelle zone arancioni e gialle saranno i governatori a potere di loro iniziativa disporre la sospensione dell’attività scolastica:
- nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti
- nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100 mila abitanti nell’arco di 7 giorni
- nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.
Il funzionamento delle zone bianche
Il Dpcm conferma che nelle zone bianche – per ora la sola Sardegna – «si prevede la cessazione delle misure restrittive previste per la zona gialla», ma è necessario continuare ad applicare le misure generali di distanziamento, indossare la mascherina e seguire i protocolli di settore. «Restano sospesi gli eventi che comportano assembramenti (fiere, congressi, discoteche e pubblico negli stadi)». Viene poi istituito un “tavolo permanente” presso il ministero della salute, «con i rappresentanti delle regioni interessate, del Comitato tecnico-scientifico e dell’Istituto superiore di sanità, per monitorare gli effetti dell’allentamento delle misure e verificare la necessità di adottarne eventualmente ulteriori».
La novità sull’asporto
A prescindere dal colore delle Regioni, il nuovo Dpcm elimina il divieto di asporto dopo le ore 18 per gli esercizi di commercio al dettaglio di bevande da non consumarsi sul posto. Dunque enoteche o negozi al dettaglio. Resta invece il divieto per i bar.
Lo stop a barbieri e parrucchieri in zona rossa
Una delle novità più incisive del primo Dpcm firmato da Draghi riguarda le attività di servizi alla persona. Nello specifico, se prima era consentita l’apertura di barbieri e parrucchieri anche in zona rossa, dal 6 marzo i saloni di bellezza rimarranno aperti solo in zona gialla e arancione. Era dal primo lockdown, fino a maggio 2020, che barbieri e parrucchieri non avevano più abbassato le saracinesche.
Negozi e centri commerciali
Gli esercenti che lavorano nelle regioni e nelle località dove si applica la zona rossa, non potranno tenere aperti i propri negozi, ad eccezione di quelle attività commerciali che trattano prodotti essenziali: farmacie, alimentari e ferramenta. In zona gialla e arancione, invece, tutti i negozi resteranno aperti. Continua a valere la regola di chiusura, nel weekend, dei centri commerciali.
Ospiti in casa e feste
Per quanto riguarda le regioni in zona gialla, dal nuovo Dpcm viene stralciata la dicitura relativa alle abitazioni private, nelle quali era «fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza». Raccomandazione decaduta, mentre resiste il divieto di organizzare feste sia nei luoghi chiusi che in quelli aperti.
Sport, palestre e piscine
Non ci saranno allentamenti in questo settore, data la recrudescenza dei contagi. Restano chiuse palestre, piscine e impianti sciistici, e vietati gli sporti di contatto e di squadra. Ci si potrà allenare facendo attività motoria individuale e all’aperto: sarà permesso andare in bici, fare camminata o corsa. Nelle zone rosse, queste attività potranno essere svolte solo nei pressi della propria abitazione.
Seconde case e viaggi
In zona gialla e arancione, i membri dello stesso nucleo famigliare possono raggiungere la propria seconda casa, anche fuori regione. A condizione che quest’ultima non sia abitata da altri individui. Andarci, invece, con amici e parenti estranei al nucleo famigliare non è consentito. Nelle zone rosse e in quelle arancione scuro, lo spostamento verso la seconda casa è possibile solo per comprovate esigenze. Viaggiare nel territorio nazionale per semplice turismo, invece, resta interdetto.
Cinema e teatri
Come già annunciato dal ministro Dario Franceschini, nelle aree gialle continua a essere possibile aprire per i musei «nei giorni infrasettimanali, garantendo un afflusso controllato. Dal 27 marzo, sempre nelle zone gialle, è prevista l’apertura anche il sabato e nei giorni festivi». Sarà possibile assistere a uno spettacolo nelle sale teatrali, da concerto e cinematografiche acquistando biglietti con posti a sedere pre-assegnati e mantenendo durante tutto lo spettacolo la distanza interpersonale di almeno un metro. «La capienza non potrà superare il 25% di quella massima, fino a 400 spettatori all’aperto e 200 al chiuso per ogni sala».
Coprifuoco
Ad eccezione delle regioni come la Sardegna, quindi in zona bianca, il coprifuoco resterà valido dalle 22 alle 5 del mattino: in quella fascia oraria non è possibile abbandonare la propria abitazione salvo per motivi di lavoro, salute e necessità. La regola continuerà a valere per le zone gialle, arancioni e rosse. Le regioni “bianche” vedono posticipare l’orario di inizio del coprifuoco alle 23.30.
La revisione dei 21 parametri
Accolta, come detto in conferenza stampa dalla ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini, la richiesta di rivedere i 21 parametri in base a cui vengono assegnate le zone bianca, gialla, arancione e rossa, con un tavolo di confronto, ancora presso il ministero della Salute, «con componenti in rappresentanza dell’Istituto superiore di sanità, delle regioni e delle province autonome, del Ministro per gli affari regionali e le autonomie e del Comitato tecnico-scientifico, con il compito di procedere all’eventuale revisione o aggiornamento dei parametri per la valutazione del rischio epidemiologico, in considerazione anche delle nuove varianti».
Spostamenti da e per l’estero
Secondo la nota ufficiale di Palazzo Chigi sono sempre più «i Paesi interessati della sperimentazione dei voli cosiddetti Covid tested». E a chi è stato in Brasile «nei 14 giorni precedenti è consentito l’ingresso in Italia anche per raggiungere domicilio, abitazione o residenza dei figli minori».
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