Scuola, monta la protesta contro il nuovo Dpcm: «Vergognatevi, non si chiude con nessun colore»
La scuola chiude per Coronavirus, ma non ci sta. «La scuola non si chiude con nessun colore», «Vergognatevi se chiudete la scuola», «No alla Dad», «Che sia arancione, giallo o rosso la scuola deve essere al primo posto!»: al grido di questa casa non è la scuola, la protesta online di nonne, nonni, genitori è cominciata, in vista del nuovo Dpcm in arrivo. «Ci troviamo nell’imminenza di provvedimenti che minacciano di far tornare la scuola al febbraio-marzo 2020 (laddove questo non è già accaduto)», spiega il Comitato Priorità alla Scuola.
«Consapevoli della necessità di misure per contenere l’epidemia e ridurre i contagi Covid, sosteniamo che sia essenziale, per il presente e il futuro del Paese, adottare provvedimenti in grado di tutelare il diritto alla salute insieme al diritto all’istruzione. Richiamiamo le istituzioni italiane al senso di responsabilità verso una materia così importante come la scuola, che non può essere liquidata come ‘settore improduttivo’, e verso i minorenni che risiedono in Italia».
La campagna «Mamma ho perso il congedo»
Non è l’unica mobilitazione di queste ore: c’è anche Mamma ho perso il congedo. Una campagna che raccoglie le testimonianze di tante, troppe donne che sono ormai «sull’orlo di una crisi di nervi» e di fatto obbligate a usare – quando ce le hanno – ferie, permessi non retribuiti, soluzioni improbabili per far fronte a figli e figlie a casa. Già perché – questa la denuncia – fino a questo momento il governo si è “dimenticato” di rinnovare i congedi straordinari Covid finiti al 31 dicembre. E quindi i genitori con prole minorenne in isolamento fiduciario si sono visti costretti a consumare ferie e dintorni. Soprattutto le donne.
«Dopo le nostre denunce sui social e mezzo stampa leggiamo sulle agenzie le dichiarazioni della ministra Bonetti, dei responsabili di Forza Italia e di Cecilia D’Elia del Pd», dicono Francesca Fiore, Sarah Malnerich (ovvero Mammadimerda) e Cristina Sivieri Tagliabue. La campagna va avanti fa metà febbraio. «Speriamo non siano solo buoni propositi, ma che finalmente si decida, dopo 2 mesi di totale incuria delle persone in difficoltà, che i partiti riescano a fare qualcosa per le donne e, in generale, per le persone che si sono trovate in difficoltà».
La protesta in Campania
Le scuole chiudono e tornano alla didattica a distanza in Campania, da ieri e fino al 14 marzo. Il gruppo No Dad «Usciamo dagli schermi» ha proclamato per oggi, 2 marzo, una giornata di disconnessione per dire no alla didattica a distanza. Al Bosco di Capodimonte, un parco nella parte alta di Napoli, i bambini e le bambine di alcune scuole elementari sono stati intrattenuti con giochi e indovinelli mentre le mamme e papà protestavano. I più piccini sono andati allo zoo, mentre gli studenti un po’ più grandi si sono recati al Casale di Posillipo per un trekking urbano tra acquerelli e macchine fotografiche. La protesta si concluderà sabato 6 con una manifestazione davanti alla stazione Toledo di Napoli.
In copertina ANSA/Ciro Fusco | La lezione all’aperto, nel parco di Capodimonte a Napoli, organizzata da genitori me docenti aderenti al movimento No Dad ‘Usciamo dagli schermi’. in contestazione con la decisione della Regione Campania di chiudere le scuole, 2 marzo 2021
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