Covid, l’Australia dopo il no dell’Italia all’export di vaccini AstraZeneca: «Capiamo la situazione». Ma chiede all’Ue di rivedere la scelta
Intoppo frustrante ma non decisivo. Dopo la decisione dell’Italia di bloccare l’esportazione di 250 mila dosi di vaccino AstraZeneca verso l’Australia, il paese oceanico minimizza. «Si tratta solo di un lotto da un un Paese», ha detto il portavoce del ministro della Salute australiano, Greg Hunt. La spedizione dei sieri di AstraZeneca dall’Italia, ha sottolineato, «non è stata presa in considerazione nel nostro piano di distribuzione per le prossime settimane». Nonostante ciò, l’Australia ha chiesto alla Commissione europea – che ha dato l’ok allo stop – di rivedere la decisione dell’Italia. Dopo la scelta di ieri, 5 marzo, l’Italia è diventato il primo Paese dell’Ue a rifiutarsi di inviare all’estero le dosi di vaccino.
Poche ora fa il primo ministro Scott Morrison si era dimostrato comprensivo: «In Italia – ha detto – le persone muoiono al ritmo di 300 al giorno. Posso certamente capire l’alto livello di ansia, presente in molti Paesi in tutta Europa. Sono in una situazione di crisi senza freni, a differenza dell’Australia». Il ministro delle Finanze Simon Birmingham, che ha parlato in prima persona a Sky News Australia, ha commentato come questa sia «una dimostrazione di quanto bene continui a fare l’Australia rispetto alla disperazione di altri Paesi». «Il mondo – ha dichiarato – si trova al momento in un territorio inesplorato. Non è sorprendente che alcuni Paesi non rispettino le regole».
L’Australia ha già ricevuto 300 mila dosi dalla casa farmaceutica, e ne ha ordinate in tutto 53,8 milioni. Il lotto già consegnato, considerato insieme alle forniture complessive di Pfizer, dovrebbe durare fino a quando la produzione interna di AstraZeneca non sarà implementata. Intanto, la società farmaceutica locale CSL Ltd si è assicurata i diritti per la produzione di 50 milioni di queste dosi in Australia.
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