Un pentito contro Meloni: «Soldi a un clan di nomadi per comprare voti». La replica: «Macchina del fango contro di me»
La testimonianza arriva direttamente dal collaboratore di giustizia Agostino Riccardo, che davanti ai pm antimafia romani, ha raccontato come nel 2013 – secondo quanto rivela la Repubblica – Fratelli d’Italia avrebbe fatto avere al clan nomade Travali 35 mila euro per comprare voti e attaccare manifesti a favore di Pasquale Maietta, ex tesoriere di Fdl alla Camera. Maietta ha legami di vecchia data con il boss Costantino “Cha Cha” Di Silvio, quest’ultimo coinvolto nel processo Olimpia sulla costruzione di tre organizzazioni criminali. Un affare che coinvolgerebbe anche Giorgia Meloni: «Maietta ha detto alla Meloni che c’era bisogno di pagare i ragazzi presenti per la campagna elettorale e la Meloni ha risposto: ‘Dì a questi ragazzi che ne parlino con il mio segretario”», ha raccontato Riccardi. I ragazzi a cui si riferiva facevano parte di un clan di Latina che la Dda di Roma considera mafioso.
Il pentito Riccardo: «Nel 2013 Maietta ci presentò Giorgia Meloni»
«Maietta – ha precisato il pentito Riccardo – ci presentò nel 2013 Giorgia Meloni. Era presente anche il suo autista. Parlavamo della campagna elettorale e Maietta disse alla Meloni che noi eravamo i ragazzi che si erano occupati delle campagne precedenti per le affissioni e per procurare voti. Parlarono del fatto che Maietta era il terzo della lista, prima di lui c’erano Rampelli e Meloni, nonché del fatto che Rampelli, anche se eletto, si sarebbe comunque dimesso per fare posto al Maietta».
«Pagati dal segretario». L’incontro davanti al Caffè Shangrila
Secondo quanto raccontato dal pentito, fu Maietta a dire alla Meloni che i ragazzi del clan andavano pagati. La presidente avrebbe risposto: «Parlane con il mio segretario». «Il segretario in disparte – ha evidenziato il pentito – e solo io e il mio gruppo presenti, ci ha detto: “Senza che usiamo i telefoni diamoci un appuntamento presso il Caffè Shangrila a Roma”». Nell’incontro, avvenuto poi dall’altra parte della strada all’altezza dello Shangri-la, sarebbero poi stati consegnati all’interno di una busta di pane i 35mila euro in contanti: «Mi raccomando, io non vi conosco. Non vi ho mai dato niente», ha detto il segretario prima di andarsene, ha rivelato infine Riccardo.
Meloni si difende: «Macchina del fango contro di me»
La leader di Fratelli d’Italia ha deciso di replicare con un video su Facebook. «È partita la macchina del fango contro l’unico partito di opposizione. Non ci facciamo intimidire», dichiara Meloni che parla di metodo «da regime» e minaccia di querelare chi dice il falso. «La notizia è inventata – aggiunge -, e devo pensare che gli inquirenti l’abbiano considerata infondata altrimenti mi avrebbero chiesto conto di una notizia che mi infanga. Non faccio affari con i rom, non metto soldi in contante nelle buste del pane. E nel 2013, quando facemmo la campagna elettorale, i soldi non li avevamo».
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