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L’Italia per prima produrrà Sputnik in Europa. L’Ue frena: «Sarà una quantità irrilevante»

09 Marzo 2021 - 18:05 Giada Giorgi
Ad annunciarlo la Camera di Commercio italo-russa. L'obiettivo è fissato a 10 milioni di dosi entro fine 2021

Le trattative sarebbero iniziate mesi fa. Ora la notizia dell’accordo concluso è arrivata: il vaccino anti Covid russo, Sputnik V, verrà prodotto in Italia a partire dal prossimo luglio 2021. Ad annunciarlo è la Camera di Commercio italo-russa che attraverso un comunicato stampa sul sito fornisce i dettagli di un’intesa trovata tra il fondo governativo russo e la società italiana Adienne Pharma&Biotech.

Una notizia che nel corso della giornata è stata smorzata da una serie di dichiarazioni trapelate dall’Unione europea e riportate dall’Agenzia Ansa che definiscono la produzione del vaccino in Italia come «irrilevante anche per l’Italia». Non solo. Questa scelta dimostra anche che: «Mosca non è in grado di produrre vaccini per la sua popolazione e ancora meno per quella europea». Sempre secondo le fonti citate da Ansa le dosi di Sputnik prodotte in Italia saranno disponibili verso dicembre, quando l’Ue avrà raggiunto una capacità produttiva tra i 2 e i 3 miliardi di dosi all’anno.

10 milioni di dosi entro fine 2021

«Nelle scorse ore l’amministratore delegato Kirill Dmitriev del Russian Direct Investment Fund (RDIF) ha confermato di aver raggiunto un accordo con l’azienda ADIENNE Pharma&Biotech per la produzione dello Sputnik V in Italia, siglando il primo contratto europeo per la produzione locale del vaccino». La nota ufficiale offre dettagli anche sulle tempistiche di produzione. La partnership permetterà di avviare i laboratori dal mese di luglio 2021 con l’obiettivo di 10 milioni di dosi entro la fine dell’anno.

Oltre 20 progetti in Europa

Secondo quanto spiegato dalla Camera di Commercio le autorità russe starebbe lavorando ad oltre 20 progetti di collaborazione in Europa, con 45 Paesi in tutto il mondo in cui lo Sputnik V è già stato registrato e approvato. Per l’Europa è l’Italia il primo Paese ad aver concluso l’accordo di produzione del vaccino russo, che nelle scorse settimane ha ufficialmente iniziato il processo di revisione da parte dell’ente regolatore europeo (Ema). «Il processo produttivo innovativo aiuterà a creare nuovi posti di lavoro e permetterà all’Italia di controllare l’intero processo di produzione del preparato» ha aggiunto la Camera di Commercio.

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